
Un’autentica battaglia liberale, sempre di moda e mai sufficientemente combattuta e vinta, è quella per l’abolizione degli ordini professionali, e di quegli organismi, verrebbe da aggiungere, come le camere di commercio, gli albi et similia (a cui è necessario iscriversi per poter esercitare una certa professione).
Siamo davvero sicuri che nel 2025 essere iscritti ad un ordine o ad un albo garantisca al cittadino, al consumatore, all’utente, al cliente, maggiore tutela e garanzia di professionalità, capacità, sicurezza, qualità e qualificazione rispetto ad un mercato aperto e privo di barriere all’ingresso come l’obbligo di appartenere ad un albo, di essere registrato ad un pubblico registro et similia?
No. L’iscrizione non è una garanzia, anzi, spesso la sola appartenenza, dettata dal possesso di requisiti formali, non implica la correttezza del rapporto tra gli appartenenti all’ordine o all’albo o al registro e i clienti, o soggetti che con tali iscritti hanno rapporti, siano essi di natura commerciale, professionale etc. Oggi tutte queste organizzazioni servono solo a tutelare se stesse e a garantire i propri iscritti; non hanno alcun potere effettivo ed incisivo nei riguardi delle clientele di tali professionisti.
Quanti servigi vi ha reso nell’ultimo anno la camera di commercio a cui è iscritta la vostra azienda, senza che abbiate dovuto pagare? Quanti clienti in più vi ha portato e quanto fatturato in più vi ha consentito di raggiungere e soprattutto da quale concorrente sleale vi ha protetto? Quante volte dinanzi al comportamento non corretto di un professionista avete fatto segnalazione ad un ordine ed avete avuto un esito positivo alla vostra segnalazione? Quante volte avete avuto la sensazione che chi doveva rappresentarvi e difendervi perché professionista titolato a farlo poi dinanzi al collega di controparte abbia tutelato più il rapporto con il collega che non voi come cliente? Davvero uno psicologo, un ingegnere, un commercialista o un medico, un avvocato o un architetto vi hanno reso miglior servizio perché iscritti ad un albo? Vi è mai capitato di chiedere la congruità della parcella emessa e di aver trovato un ordine che abbia riconosciuto le vostre ragioni?
No, gli ordini non servono ai cittadini, ai clienti, ai pazienti. Gli ordini servono a gestire e garantire il potere di chi rappresentano o li rappresenta, a far sì che i vostri soldi alimentino i loro privilegi. Sono una moderna forma di casta, l’espressione della classica libertà di, in luogo della libertà da.
Chi ci difende dagli iscritti agli ordini? Dagli appartenenti ad albi o da registri pubblici?
In questa calda estate che sancisce il trascorso primo quarto del primo secolo del terzo millennio, in cui la guerra nell’emisfero boreale sembra ineludibile per sistemare le malconce economie asfittiche dei paesi occidentali, in crisi (prima che economica) prima di tutto identitaria e culturale, mantenere alta la guardia nelle battaglia di libertà individuale, per quelle questioni che possono incidere sulla nostra quotidianità e sulla nostra libertà, rimane un dovere, una forma di responsabilità ineludibile.
Pensare che essere iscritto ad organismi tuteli dalla mancanza di professionalità, di capacità o di onestà, è una mera velleità, che però può costare cara, o più cara, di quello che il mercato, con la sua capacità di selezione e di scambio di informazioni può fare, senza che il velo della paventata tutela per il tramite di ordini ed albi, di fatto distorca il mercato più che garantirlo.
Sono i risultati, i fatti, le azioni concrete che dimostrano la reputazione di un professionista o di un’azienda, non l’appartenenza ad un gruppo organizzato, che alla fine, per tenere in piedi se stesso, e per autoconservarsi, deve necessariamente porre in essere tutte quelle iniziative spesso autoreferenziali che nel lungo termine si rivelano una ingessatura rispetto all’evoluzione, al progresso. Di fatto invecchiano senza nemmeno rendersene conto, come quelle donne ormai anziane, un tempo graziose che pensano e si vestono ancora come quando erano giovani e piacenti, nonostante le rughe profonde, i muscoli privi di tonicità e l'imbolsimento evidente.
Il mondo sta cambiando, le persone hanno diritto a maggiori spazi di libertà autentica, ed impegnarsi per la riduzione dei poteri pubblici, è e rimane una battaglia che ognuno di noi, ha il dovere di combattere.
(*) Leggi il Taccuino liberale #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8, #9, #10, #11, #12, #13, #14, #15, #16, #17, #18, #19, #20, #21, #22, #23, #24, #25, #26, #27, #28, #29, #30, #31, #32, #33, #34, #35, #36, #37, #38, #39, #40, #41, #42, #43
Aggiornato il 20 giugno 2025 alle ore 11:05