
Continua la caccia all’uomo. Mentre al Parlamento europeo si discute se riconoscere o no lo Stato palestinese, le Forze di difesa dello Stato ebraico continuano a scovare i leader di Hamas – e, in questo caso, dei ribelli Houthi – che si nascondono al di fuori della Striscia di Gaza. Dopo il raid a Doha, stanotte Israele ha colpito la capitale yemenita Sana’a. Secondo quanto riferito dall’emittente saudita Al-Hadath, i raid hanno preso di mira sei siti riconducibili agli Houthi, tra cui un complesso difensivo situato nel quartiere centrale di Al-Urdah. Fonti ribelli parlano di vittime e feriti, senza fornire un bilancio preciso nelle prime ore. Una densa colonna di fumo si è sollevata sopra la città, controllata da oltre dieci anni dal movimento sciita filo-iraniano, mentre il boato delle esplosioni risuonava in diversi quartieri. “Martiri, feriti e diverse case danneggiate a seguito dell’attacco israeliano al quartier generale della Guida morale”, ha denunciato la tivù dei ribelli Al-Masirah. Secondo la stessa emittente, il raid avrebbe provocato “nove morti e 118 feriti”.
L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto l’operazione. In una nota, ha precisato: “L’Iaf (aviazione israeliana) ha colpito obiettivi militari appartenenti al regime terroristico Houthi nelle zone di Sana’a e Al-Jawf nello Yemen”. Tra i bersagli figurano “campi militari in cui sono stati identificati membri del regime terroristico, il quartier generale delle pubbliche relazioni militari degli Houthi e un deposito di carburante utilizzato dal regime terroristico”. La tensione si è ulteriormente intensificata nelle ore successive. L’esercito israeliano ha annunciato infatti di aver intercettato un missile partito dallo Yemen. “Un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato dall’aeronautica militare israeliana”, si legge in un comunicato diffuso su Telegram. Le sirene d’allarme sono entrate in funzione nelle aree interessate.
Aggiornato il 11 settembre 2025 alle ore 16:47