giovedì 11 settembre 2025
Continua la caccia all’uomo. Mentre al Parlamento europeo si discute se riconoscere o no lo Stato palestinese, le Forze di difesa dello Stato ebraico continuano a scovare i leader di Hamas – e, in questo caso, dei ribelli Houthi – che si nascondono al di fuori della Striscia di Gaza. Dopo il raid a Doha, stanotte Israele ha colpito la capitale yemenita Sana’a. Secondo quanto riferito dall’emittente saudita Al-Hadath, i raid hanno preso di mira sei siti riconducibili agli Houthi, tra cui un complesso difensivo situato nel quartiere centrale di Al-Urdah. Fonti ribelli parlano di vittime e feriti, senza fornire un bilancio preciso nelle prime ore. Una densa colonna di fumo si è sollevata sopra la città, controllata da oltre dieci anni dal movimento sciita filo-iraniano, mentre il boato delle esplosioni risuonava in diversi quartieri. “Martiri, feriti e diverse case danneggiate a seguito dell’attacco israeliano al quartier generale della Guida morale”, ha denunciato la tivù dei ribelli Al-Masirah. Secondo la stessa emittente, il raid avrebbe provocato “nove morti e 118 feriti”.
L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto l’operazione. In una nota, ha precisato: “L’Iaf (aviazione israeliana) ha colpito obiettivi militari appartenenti al regime terroristico Houthi nelle zone di Sana’a e Al-Jawf nello Yemen”. Tra i bersagli figurano “campi militari in cui sono stati identificati membri del regime terroristico, il quartier generale delle pubbliche relazioni militari degli Houthi e un deposito di carburante utilizzato dal regime terroristico”. La tensione si è ulteriormente intensificata nelle ore successive. L’esercito israeliano ha annunciato infatti di aver intercettato un missile partito dallo Yemen. “Un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato dall’aeronautica militare israeliana”, si legge in un comunicato diffuso su Telegram. Le sirene d’allarme sono entrate in funzione nelle aree interessate.
di Zaccaria Trevi