
C’è chi si aspetta la partita più bella della stagione. A livello agonistico, lo sarà. Sicuramente. Inter-Barcellona, la prima Semifinale di ritorno di Champions League, stasera, deciderà le sorti della cavalcata in Coppa dei Campioni degli uomini di Simone Inzaghi e Hansi Flick. Dopo il 3-3 dell’andata al Camp Nou, entrambe le squadre potrebbero rompere quest’equilibrio di “parità offensiva” che si è venuto a creare al termine dei primi 90’ in terra spagnola. E stasera, a San Siro, seppur incerottato e leggermente in riserva, l’Inter vorrà a tutti i costi conquistare – con le unghie e con i denti – la Finale di Champions League. Che sarebbe poi la seconda in tre anni. E il primo a crederci è il tecnico nerazzurro, rinominato dai tifosi social il demone di Piacenza, Simone Inzaghi.
La partita di stasera sarà anche teatro di duelli di alto profilo, a cominciare da quello tra due difensori simbolo: Alessandro Bastoni, colonna della retroguardia nerazzurra, e Pau Cubarsí, classe 2007, astro nascente de La Masia e già considerato l’erede di Gerard Piqué. Ma sono tanti i fronti aperti: il confronto tra Frenkie De Jong e Hakan Çalhanoğlu alla regia, l’intensità di Nicolò Barella e Pedri in mezzo al campo, e un attacco stellare da entrambe le parti, dove ogni occasione può valere il passaggio del turno. E poi si è parlato anche di un altro “attore” in campo, che però non gioca a calcio. L’arbitro di questa delicata Semifinale di ritorno sarà il polacco Szymon Marciniak. Un direttore di gara espertissimo e ormai vecchia conoscenza della Champions, ma subito “bocciato” dal Barcellona. Perché il primo ufficiale sarebbe “tifoso” del Real Madrid – per i giornali spagnoli ci sarebbero perfino le prove fotografiche – e inoltre è reo di aver annullato il rigore tirato da Julián Álvarez per doppio tocco negli Ottavi di Finale tra Atletico Madrid e Real. Ma si sa, la lamentela preventiva, in Spagna, è d’obbligo.
E infine il capitolo infortuni: a Milano si lavora sul filo della condizione. Lautaro Martínez ha recuperato e dovrebbe partire titolare. Il capitano interista non è solo il terminale offensivo della squadra, ma rappresenta anche l’anima del gruppo, per carisma e spirito di sacrificio. Sul fronte blaugrana, Robert Lewandowski, alle prese con un problema fisico, dovrebbe almeno andare in panchina. Un eventuale ingresso del polacco, implacabile sotto porta, potrebbe cambiare gli equilibri, specie alla luce delle chance sprecate all’andata. La speranza, per chi ama il calcio, è che entrambi i club possano contare sui propri fuoriclasse. Ma non è detto che un campione non al meglio sia un vantaggio: in match di questa intensità, basta poco per trasformare una risorsa in un limite.
Aggiornato il 06 maggio 2025 alle ore 13:12