L’Altra Verità di Mario Mori e Giuseppe De Donno non è solo un libro, è un pugno nello stomaco per chiunque creda di conoscere la storia della lotta alla mafia e, in particolare, delle stragi del 1992 e 1993. I due alti ufficiali del Ros, figure centrali in quelle vicende, offrono una ricostruzione minuziosa, documentata e, a tratti, sconvolgente, che sfida apertamente la narrativa ufficiale e invita a una profonda riflessione. Il testo si dipana attraverso una cronologia serrata degli eventi, arricchita da documenti inediti, intercettazioni, verbali e testimonianze.
Mori e De Donno non si limitano a raccontare la loro versione dei fatti; la dimostrano, punto per punto, smontando accuse, contestando interpretazioni e mettendo in luce omissioni e contraddizioni che, a loro dire, hanno costellato le indagini e i processi.
LA VICENDA: UN’ALTRA PROSPETTIVA SULLE STRAGI
Il cuore del libro è la “trattativa” Stato-mafia, un termine che, nelle mani degli autori, assume contorni ben diversi da quelli generalmente accettati. Mori e De Donno sostengono con forza che l’operato del Ros, e in particolare il loro contatto con Vito Ciancimino, non fu un cedimento allo strapotere mafioso, bensì un tentativo estremo e disperato di fermare la scia di sangue che stava dilaniando l’Italia. La loro tesi è che la ricerca di un dialogo con la mafia, seppur controversa, fosse l’unica strada percorribile per ottenere informazioni cruciali e scongiurare ulteriori stragi, in un contesto di totale isolamento e, a volte, di aperta ostilità da parte di altre istituzioni.
Il libro ricostruisce con grande dettaglio i giorni precedenti le stragi di Capaci e Via D’Amelio, le indagini sul “papello” e i retroscena di una stagione in cui lo Stato sembrava brancolare nel buio, mentre Cosa Nostra colpiva con inaudita ferocia. Viene data ampia voce alle difficoltà operative del Ros, alla mancanza di risorse, alle fughe di notizie e a quella che gli autori percepiscono come una vera e propria campagna denigratoria nei loro confronti.
UN CONTRIBUTO ALLA MEMORIA STORICA
L’Altra Verità è indubbiamente un contributo fondamentale alla memoria storica della lotta alla mafia. Non perché offra risposte definitive, ma perché pone interrogativi scomodi e necessari. Il libro costringe il lettore a confrontarsi con una prospettiva diversa, a dubitare delle certezze acquisite e a considerare la complessità di eventi che spesso vengono ridotti a schematismi troppo semplicistici.
Mori e De Donno si ergono a difensori di un’azione che, a loro avviso, è stata non solo legittima ma doverosa, nell’ottica della salvaguardia della vita umana e dell’integrità dello Stato. La loro battaglia per riabilitare il proprio operato diventa, nelle pagine del libro, una battaglia per la verità storica, una verità che, secondo gli autori, è stata volutamente oscurata o distorta.
CHI NON VUOLE RICOSTRUIRE (E DIVULGARE) QUESTE VERITÀ?
Questa è la domanda retorica, ma profondamente significativa, che permea l’intero libro. Mori e De Donno suggeriscono l’esistenza di poteri, interessi e, forse, complotti che hanno agito per impedire che la loro versione dei fatti emergesse e venisse riconosciuta. Le accuse di depistaggio, le omissioni nelle indagini, le carriere stroncate: tutto concorre a dipingere un quadro in cui la ricerca della verità è stata ostacolata e, in alcuni casi, impedita. Il libro non fa sconti a nessuno, mettendo in discussione figure istituzionali, magistrati e giornalisti, e gettando ombre su una narrazione che, a distanza di anni, sembra ancora incompleta e, per certi versi, manipolata.
PERCHÉ È UN LIBRO DA LEGGERE?
L’Altra Verità è un libro da leggere per diverse ragioni: per un confronto critico, in quanto offre una prospettiva alternativa e ben argomentata su eventi cruciali della storia italiana, spingendo il lettore a un’analisi critica delle fonti e delle narrazioni dominanti. Per la ricchezza documentale: la mole di documenti, intercettazioni e verbali riprodotti nel testo lo rende una fonte preziosa per chiunque voglia approfondire gli aspetti più reconditi delle stragi e della “trattativa”. Ma soprattutto per capire il punto di vista degli “accusati”: permette di entrare nella mente e nelle motivazioni di due uomini che sono stati al centro di polemiche feroci e di processi complessi, offrendo la loro versione dei fatti con dignità e determinazione.
Ma ancora, il libro va letto per continuare ad alimentare il dibattito sulla giustizia e la verità in quanto solleva questioni fondamentali sulla natura della giustizia, sulla ricerca della verità storica e sul ruolo dello Stato di fronte alla minaccia criminale. E infine per la memoria: è un monito a non dimenticare, a non accontentarsi delle risposte facili e a continuare a interrogarsi su una delle pagine più oscure e dolorose della nostra storia.
In conclusione, L'Altra Verità non è un libro per chi cerca certezze o per chi è affezionato alla narrativa ufficiale, è un libro per chi ha il coraggio di mettersi in discussione, di esplorare le zone d’ombra e di confrontarsi con una verità che, per sua stessa natura, è spesso complessa, scomoda e frammentata.
(*) L’Altra Verità di Mario Mori e Giuseppe De Donno, edizioni Piemme, pagine 304, euro, 19,90
Aggiornato il 19 settembre 2025 alle ore 13:11