
I giornalisti e i dipendenti di Repubblica, La Stampa e di altre testate territoriali hanno chiesto “chiarezza” all’editore Gedi sulle intenzioni di vendita del gruppo. Le insistenti voci che si ricorrono in Borsa, negli ambienti economico-finanziari e in quelli giornalistici hanno indotto il principale azionista, John Elkann, del gruppo tramite Exor, la cassaforte di famiglia, a emettere un comunicato per ribadire che nonostante i tanti interessamenti non ci sono elementi per vendere il gruppo e tanto meno i due quotidiani di punta. Negli ambienti economici si è parlato e scritto della probabilità di una cessione a una cordata di imprenditori, di cui faceva parte il bretone Vincent Bolloré. Dopo la disavventura per il braccio di ferro con la famiglia Berlusconi sullo sfortunato accordo-negoziato sulla pay tv è seguito lo smacco di Tim ceduto a Poste italiane. Bolloré non si sarebbe rassegnato a restare fuori dallo scenario dei media italiani. Avrebbe così messo insieme alcuni personaggi guidati da Claudio Calabi, un ex manager del quotidiano della Confindustria Il Sole 24 ore. Bolloré sarebbe entrato con una quota di minoranza. Le difficoltà sul costo d’acquisto avrebbero indotto ad una riflessione.
Nelle more della pausa si sarebbe fatto avanti il miliardario greco Theodore Kyriakou, che possiede un impero marittimo e il gruppo televisivo Antenna group (Ant1). Negli ambienti editoriali e finanziari ci si interroga sul perché tanto interesse di imprenditori europei alle sorti di quello che è stato, ai tempi del principe Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari, una potenza di fuoco editoriale a favore degli intellettuali ed economici della sinistra. Anzi per Scalfari, Repubblica nacque all’insegna di “un giornale-partito” che per anni ha condizionato la vita politica italiana. Ora per Repubblica e Stampa, che hanno perduto la loro iniziale identità, emergono le criticità di un gruppo che ha chiuso il bilancio 2024 con 15 milioni di deficit su 224 milioni di fatturato. Reggono sul piano dei conti Radio Deejay e Radio Capital. Nel corso degli ultimi due anni mentre Elkann era alle prese con la crisi dell’auto e della Juventus calcio sono state presentate ai vertici torinesi “numerose manifestazioni d’interesse”, alle quali non è stato dato seguito. Le preoccupazioni restano tanto che i Comitati di redazione di Repubblica e Stampa hanno chiesto “assunzioni di responsabilità” all’editore al fine di fare “chiarezza nelle sue intenzioni”. Più in generale, il mondo giornalistico attraversa uno dei momenti più difficile della sua storia. Continua il declino delle vendite. Secondo l’Osservatorio Agcom il 2024 sono stati venduti 1,32 milioni di copie al giorno, facendo registrare una flessione del 9 per cento sull’anno precedente e ben il 31,8 per cento sul 2020. Anche i quotidiani venduti in forma digitale non incontrano il favore del mercato, appena 190mila copie al giorno. In totale, le vendite dei giornali del Gruppo Gedi non superano il 15 per cento del totale italiano.
Aggiornato il 16 luglio 2025 alle ore 10:55