
Trafficavano esseri umani. Dalla Turchia alla Calabria. 25 cittadini stranieri sospettati di essere coinvolti in traffico di migranti lungo la famigerata rotta del Mediterraneo orientale sono finiti in carcere. L’operazione Medusa – così chiamata dalla Dda di Reggio Calabria – è stata portata avanti dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile del capoluogo di provincia. Sono indagate in stato di libertà altre 43 persone, per un totale di 68 soggetti accusati di far parte di una rete internazionale articolata su quattro associazioni perfettamente organizzate per curare tutte le fasi della traversata. L’indagine ha ricostruito oltre 30 sbarchi effettuati tra il 2017 e il 2022, per un totale stimato di circa 2.000 migranti clandestini giunti sulle coste italiane a bordo di barche a vela sovraccariche, in condizioni estreme. Un traffico che, secondo gli inquirenti, ha fruttato un giro d’affari di circa dieci milioni di euro, accertato grazie all’analisi di centinaia di transazioni finanziarie estero su estero.
Il coordinamento operativo ha visto la sinergia della Direzione nazionale antimafia, di Eurojust, Interpol, Europol e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia. Le autorità hanno identificato scafisti e vertici delle organizzazioni criminali, tutti provenienti da Georgia, Ucraina, Turchia e Moldavia. Contestualmente, è stato disposto il sequestro di circa tre milioni e 300mila euro, ritenuti provento delle attività illecite. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, nel corso della conferenza stampa avvenuta alle ore 10.30 presso la questura reggina.
“Un sincero ringraziamento alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo, e agli uomini della Polizia di Stato del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile per la brillante operazione che ha smantellato un vasto traffico di migranti tra la Turchia e la Calabria”, ha scritto in una nota il presidente di Regione Roberto Occhiuto. “Grazie a un’indagine approfondita – ha aggiunto il governatore di Forza Italia – è emerso un sistema criminale spregiudicato che, tra il 2017 e il 2022, ha organizzato oltre 30 sbarchi, facendo arrivare sulle nostre coste circa 2.000 migranti stipati su barche a vela, per un giro d’affari milionario. Questa operazione conferma la pericolosità della rotta del Mediterraneo orientale e le sue articolazioni internazionali. Dopo il tragico naufragio di Cutro del febbraio 2023, la Calabria ha più volte richiamato l’attenzione sui rischi crescenti di questa tratta, troppo spesso sottovalutata”. E ancora: “Sono certo che il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine aiuterà lo Stato a rafforzare il contrasto a queste reti criminali, che lucrano sulla disperazione di chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà”, ha chiosato Occhiuto.
Intanto, un nuovo sbarco si è registrato questa mattina nel porto di Roccella Jonica. Quaranta uomini, tutti di nazionalità bengalese, sono stati intercettati e soccorsi dalla Guardia Costiera mentre navigavano a bordo di una piccola imbarcazione in vetroresina, a circa 170 miglia dalla costa calabrese. Uno di loro presenta ustioni agli arti superiori e inferiori, causate dal contatto con il carburante utilizzato per alimentare i motori fuoribordo. Trasbordati sulla motovedetta, i migranti sono stati condotti nel porto di Roccella Jonica, dove sono stati sottoposti a controlli sanitari e identificati dal personale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e dalle forze dell’ordine. Successivamente, sono stati affidati ai volontari della Croce Rossa e sistemati, in via provvisoria, nel centro di prima accoglienza allestito nell’area portuale. Con quest’ultimo arrivo salgono a nove gli sbarchi registrati a Roccella Jonica negli ultimi tre mesi, confermando la pressione costante che grava sulla costa ionica calabrese.
Aggiornato il 08 luglio 2025 alle ore 13:53