Il turismo in Italia continua a crescere

Nel 2025 la spesa media dei turisti stranieri in Italia ha toccato i 930 euro per viaggiatore e si stimano 8 miliardi di avanzo annuo, con benefici diretti sul Pil e occupazione nel settore turismo e indotto collegato, come trasporti e artigianato.

Il nuovo report “Trend del Turismo in Italia e leve di crescita” di Rome Business School fotografa quindi un settore in piena trasformazione: dalla crescita del turismo esperienziale e slow al rallentamento della domanda interna, sempre più orientata verso mete estere come Spagna e Marocco.

Secondo Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School, e autore del report, per aumentare l’attrattività dell’Italia è necessario puntare su: destagionalizzazione, borghi e aree rurali e naturali, turismo di prossimità e slow tourism, e infine dare maggiore attenzione a sostenibilità e pratiche Esg nei vari ambiti e comparti del settore turismo

I dati più rilevanti che emergono dal report di Rome Business School riguardano innanzitutto Roma che spinta dal Giubileo ha superato 15 milioni di arrivi stranieri nella prima metà del 2025, generando 11,6 miliardi di euro di spesa turistica. Si contano 3,2 miliardi spersi dai turisti stranieri in Italia solo nel marzo 2025: il 7 per cento in più rispetto al 2024, trainati soprattutto da Stati Uniti, Germania e Francia.

Il nord Italia guida per numero di presenze contando un 54 per cento del totale, il centro per spesa media (820 euro a notte), mentre il sud e le Isole si confermano mete estive con picchi di occupazione dell’82 per cento. Cala però il numero di italiani che scelgono l’Italia come meta di viaggio, frenati dall’aumento dei prezzi e da un crescente interesse per l’estero (Spagna, Grecia, Marocco, Egitto).

Rafforzare il turismo domestico resta una priorità strategica, soprattutto per sostenere i territori meno raggiungibili dal turismo internazionale. Misure come voucher per famiglie e over 65, agevolazioni sui trasporti regionali e iniziative di educazione al patrimonio culturale nelle scuole, possono stimolare una domanda interna più consapevole e continua. Anche la promozione digitale gioca un ruolo chiave: i viaggi brevi e di prossimità stanno guadagnando peso e rappresentano una leva fondamentale per la ripartenza del turismo locale.

Inoltre, dai dati emersi si nota come la quota di viaggiatori eco-consapevoli, che scelgono strutture con energie rinnovabili, gestione dei rifiuti e gastronomia a km zero. Secondo il Sustainable Travel Report di Booking (2024): l’83 per cento dei viaggiatori ritiene importante viaggiare in modo sostenibile e il 75 per cento dichiara di volerlo fare nei prossimi 12 mesi. Anche il turismo rurale ed esperienziale guadagna terreno: Enit segnala un aumento del 63 per cento di affluenza a sagre e feste popolari, soprattutto tra giovani e famiglie; l’emergere in maniera sempre più marcata del turista “slow”: il 78 per cento degli italiani interessato a viaggi lenti, cammini naturalistici e soggiorni fuori stagione, e indica l’Italia al primo posto del turismo lento per molti mercati, è la destinazione preferita per questo segmento da parte di viaggiatori britannici e francesi.

“Investire nel turismo rurale e montano significa generare valore in modo diffuso, sostenere l’identità locale e costruire un’alternativa credibile ai modelli di turismo mordi-e-fuggi,” afferma Valerio Mancini. Il coinvolgimento delle comunità locali è ciò che rende lo slow tourism non solo un’opportunità economica, ma anche sociale e culturale.

Aggiornato il 02 luglio 2025 alle ore 13:04