Il Comandante Masini si è legittimamente difeso

Cinque mesi, cinque lunghi mesi in cui silenzio e pazienza hanno guidato il Comandante Luciano Masini, certo di aver fatto solo il suo dovere e quello che le circostanze gli avevano imposto. È notizia recente che la Procura di Rimini ha disposto l’archiviazione per il Luogotenente dei Carabinieri, comandante della stazione di Verrucchio, istruttore di tiro e uomo dalla grande r riconosciuta esperienza.

È lui che, nella nottata tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2025, fu costretto a sparare (sprovvisto del Taser, in dotazione solo al Nucleo Radiomobile ndr) ferendo mortalmente, con la sua pistola d’ordinanza, il 23enne egiziano Muhammad Abdallah Hamid Sitta, poco dopo che, quest’ultimo, aveva ferito a coltellate quattro passanti. 

La tragedia di Villa Verucchio caratterizzò la notte di San Silvestro e fece scalpore in tutta Italia: nella stessa notte, poche ore dopo la morte del ragazzo, il Comandante Masini fu indagato per eccesso colposo di legittima difesa. 

All’indomani incassò la solidarietà della premier Giorgia Meloni e la mobilitazione di alcuni cittadini che promossero una raccolta fondi per le spese legali, iniziativa che non ha mai visto concretizzazione.

Torniamo a quella notte del 31 dicembre 2024, in cui il Luogotenente Luciano Masini, il comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio, era intervenuto per fermare un ragazzo in stato d’agitazione che brandisce un coltello.

I FATTI

Tutto accade a pochi passi da una tabaccheria che si affaccia sul viale principale della frazione di Villa Verucchio. Il ragazzo brandiva un coltello dalla lunga lama (poi accertato di 22 centimetri ndr), macchiato di sangue e lo stava puntando contro il militare con l’intento di colpirlo. A confermare questa tesi sono stati utili, agli inquirenti, alcuni video girati dai passanti, divulgati anche sui social, in cui si vede (prima di sparare i colpi dalla Beretta d’ordinanza ndr) indietreggiare il Comandante Luciano Masini ed il giovane tentare di colpirlo con il lungo coltello.

Poco prima della tragedia il 23enne egiziano aveva già seminato il panico a pochi passi dalla festa in piazza di Capodanno, quando aveva tentato di uccidere quattro persone: un giovane di 18 anni, un amico della prima vittima sopraggiunto sul posto dopo l’accoltellamento e, successivamente, una coppia di coniugi, di Roma, di circa 60 anni, colpiti con fendenti che erano rivolti alla schiena e all’addome, quindi con intento omicida.

Quando Masini intervenne il ragazzo egiziano cercò lo scontro, avvicinandosi con questo intento al Carabiniere, con il militare costretto ad indietreggiare e costretto a sparare con la beretta d’ordinanza.

Una vicenda triste, di cui scrivemmo ampiamente convinti come eravamo che il Comandante Luciano Masini avesse agito con il controllo e senso di responsabilità che tutti gli riconoscevano.

Le immagini, divulgate sui social, non lasciano margini ai dubbi e, certamente, hanno aiutato gli inquirenti ad accertare che l’operato del Comandante Luciano Masini è stato lecito ed inevitabile.

Aggiornato il 20 giugno 2025 alle ore 12:24