Tra il 4 e il 12 novembre, l’Italia si ferma per una solenne e sentita mobilitazione della memoria, un ponte ideale che lega la Giornata dell’unità nazionale e delle Forze armate a quella dedicata al Ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace. Non è una semplice ricorrenza, ma un momento intenso e documentato di riflessione sul sacrificio, l’identità nazionale e l’impegno per la pace.
La voce del Colle e la bussola della nazione
Il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 4 novembre, ha richiamato l’alto significato storico, celebrando il coronamento del sogno risorgimentale e rendendo onore alle Forze armate che hanno reso l’Italia una “Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace”. Un passaggio cruciale del suo messaggio si è concentrato sulla contemporaneità, dove “nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo”. Il capo dello Stato ha sottolineato la necessità di uno “impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea”, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, come strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa. Un appello che proietta la memoria nel futuro della difesa collettiva e della stabilità. Nel messaggio del 12 novembre, dedicato ai caduti nelle missioni internazionali, Mattarella ha espresso la “riconoscenza del Paese” a coloro che mettono a rischio la vita per “la pace e i diritti umani”, rinnovando la vicinanza agli inestimabili “familiari dei caduti, custodi di un sacrificio così elevato”.

Il messaggio emozionale del ministro Crosetto: un impegno per ogni caduto
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha affiancato la solennità istituzionale con un messaggio profondamente personale e coinvolgente, sottolineando come la Difesa non sia solo un apparato militare, ma una forza che “tesse quella rete di sicurezza, coesione e fiducia che ci permette di vivere in pace”. Qual è il messaggio dedicato a ogni caduto? Il ministro ha evidenziato come il sacrificio dei militari sia un “patrimonio della nazione”, ricordando che “dietro ogni uniforme c’è un volto, una famiglia, una storia”. Questo è il cuore del suo messaggio: riportare la memoria dall’astrazione dell’eroe nazionale alla concretezza dell’individuo, con il suo vissuto e i suoi affetti spezzati.
L’onore ai caduti e ai reduci: l’intenzione del Ministero della Difesa
Il Ministero della Difesa, attraverso le parole di Crosetto, ha delineato in modo chiaro come intende onorare la memoria:
1) Custodire i valori fondamentali: i valori per cui i caduti hanno vissuto e combattuto – “la pace, la libertà e la solidarietà” – sono “il dono più grande che ci hanno lasciato. E custodirli è il modo più vero per dire loro: grazie”.
2) Supporto umano e istituzionale: nel ricordo dei caduti delle missioni, come a Nassiriya, il ministro ha ribadito che “lo Stato non dimentica le persone che lo hanno servito”. Un impegno che si estende al rispetto dovuto ai familiari e ai reduci di guerra. Onorare la memoria significa anche sostenere e rispettare coloro che, pur essendo tornati, portano su di sé le ferite e le cicatrici dell’esperienza bellica.
3) Formazione e consapevolezza: la mobilitazione della memoria è un atto didattico, che richiama, come ha sottolineato anche Mattarella, le giovani generazioni a essere consapevoli dell’impegno necessario a difesa dei valori costituzionali.
Perché raccontare questa mobilitazione per la memoria?
Raccontare questa mobilitazione che va dal 4 al 12 novembre è fondamentale perché trascende la semplice commemorazione per diventare un atto di coesione nazionale e di responsabilità civile.
1) Saldare l’identità nazionale: la memoria dei caduti, sia quelli del Risorgimento che quelli delle missioni di pace, è il filo rosso che definisce l’identità dell’Italia. Raccontare il loro sacrificio significa mostrare le fondamenta su cui poggiano la nostra libertà e la nostra democrazia.
2) Sensibilizzare al prezzo della pace: in un periodo segnato da “guerra ibrida e invisibile” (come ricordato dal ministro Crosetto), la memoria dei caduti per la pace non è retorica, ma un monito. Essa ricorda che la sicurezza e la stabilità sono beni preziosi, ottenuti e mantenuti a un costo altissimo in termini di vite umane.
3) Dare forza a chi serve: il racconto di questa memoria è un ringraziamento concreto, un sostegno morale alle donne e agli uomini in uniforme che, quotidianamente e nel silenzio del dovere, continuano a “servire, proteggere e difendere” l’Italia.
La memoria, dunque, non è una fredda lapide del passato, ma una fiamma viva che illumina la via per il futuro, un appello all’unità e alla vigilanza per la democrazia e la pace.
Aggiornato il 13 novembre 2025 alle ore 11:21
