Giustizia, La Russa: “Nessuna guerra ai giudici”

Ignazio La Russa voterà convintamente sì al referendum sulla giustizia. Lo afferma il presidente del Senato e plenipotenziario di Fratelli d’Italia, in una intervista a Repubblica. “Noi della destra – afferma – siamo sempre stati la parte più restia a fare la guerra ai magistrati. Pensate all’Msi con Mani pulite, ad An che preferì separare le funzioni. Oggi gli atteggiamenti verbali e la postura di Fdi sono di chi vuole la riforma, ma senza dare battaglia alla magistratura”. Nel merito della riforma spiega: “La parte meno importante è proprio la separazione delle carriere. Forse si poteva puntare di più sulla seconda parte, quella che cambia il Csm e lo assoggetta al sorteggio. Capisco che la separazione è simbolica, ma conta meno del resto. Il vero obiettivo, mi ha confermato Carlo Nordio, è limitare le correnti con il sorteggio e assoggettare i giudici a un controllo disciplinare terzo”.

Alla domanda se si riuscirà ad approvare il premierato risponde: “Se c’è la volontà politica si può fare. Se poi non ci si arriva, c’è la legge elettorale. Però penso che la volontà ci sia, è nel programma. È la forza di questo Governo realizzare ciò che ha promesso. Con il premierato sarà necessario adeguare anche la legge elettorale”. Anche su questo aspetto in passato La Russa ha espresso dubbi. “Se fosse toccato a me decidere – sottolinea – sarei partito dall’elezione diretta del capo dello Stato. Per arrivare poi, eventualmente in sede di discussione, al premierato. Si è tentato, invece, di trovare lodevolmente un terreno di confronto con le opposizioni. Ma si è trattato di un errore, perché vi è stata una contrarietà totale”.

Rispetto alla bontà dell’azione di Palazzo Chigi, il presidente del Senato non ha dubbi. “I risultati del Governo presuppongono almeno un bis. Ne sono convinto”. Dunque, Giorgia Meloni aspira a guidare un secondo Esecutivo. E il Colle? “Dimenticatevi che lo voglia fare, la conosco”, chiosa La Russa. “Ci abbiamo anche scherzato sopra. Non ci pensa proprio, neanche lontanamente”. Rispondendo a una domanda sui cori fascisti nella sede di Fdi a Parma spiega: “Il partito esiste da 13 anni. Di questi episodi, quanti? Due? Cinque? Mai i nostri giovani hanno impedito ad altri di parlare in scuole o università. Mai hanno aggredito agenti o, che io sappia, avversari politici. Sono solo episodi di folklore neofascista sbagliati e utili solo ai nostri avversari”. Poi rivendica che a Parma “sono stati commissariati prima che la notizia venisse alla luce”. E conclude: “Io non voglio impiccare nessuno, ma voglio spiegare a questi ragazzi che la reazione a questo antifascismo violento o di maniera non può essere il folklore neofascista. È quello che ci disse Giorgio Almirante già nel 1979. Sarebbe sbagliato, da stupidi e controproducente, ci spiegò, continuare a usare nostalgie, canzoni e segni distintivi del fascismo nelle nostre sedi. Allora come oggi è al futuro che bisogna saper guardare”.

Aggiornato il 05 novembre 2025 alle ore 15:35