
Paolo Zangrillo rilancia il “merito” nel pubblico impiego. Sui contratti “registro con soddisfazione le intese su funzioni centrali, sicurezza e difesa e sanità. L’accordo sui dirigenti, poi, mi dà speranze anche per gli enti locali a settembre e per l’istruzione”. Lo ha detto al Sole 24 Ore il ministro della Pubblica amministrazione. “L’obiettivo del Governo – dice – resta in prospettiva quello di arrivare a zero dazi. Ma nel frattempo possiamo fare molto per aiutare le imprese, e mi riferisco alle risorse per gli investimenti ma anche alle semplificazioni”. Rispetto agli enti territoriali c’è stallo perché “Cgil e Uil hanno da sole la maggioranza. Oggi la Cgil continua a essere irremovibile” mentre “la Uil sta maturando un atteggiamento più dialogante. Il comportamento di Maurizio Landini, con la sua intransigenza e gli inviti alla rivolta sociale, mi pare abbia poco a che fare con i tavoli contrattuali, e sembra preludere alla costruzione di una prospettiva politica”.
La sentenza della Consulta sul tetto retributivo a 255mila euro “è ineccepibile, perché quel tetto nasceva per contrastare una situazione di emergenza sui conti pubblici e un’emergenza non può durare 11 anni. Ma il tema non va banalizzato. Se la riflessione è seria il confronto con il mercato deve investire anche le dinamiche organizzative, garantendo che i soldi riconosciuti ai nostri dirigenti siano spesi bene. E una Pubblica amministrazione in cui il 98 per cento dei dirigenti è giudicato eccellente, questa garanzia non la dà. Quindi dobbiamo prima guardare in casa nostra, e il disegno di legge sul merito risponde a questa esigenza. Dopo aver creato le condizioni per gestirlo in modo serio, possiamo ripensare il meccanismo delle retribuzioni”. Alla luce dei dazi “per aiutare le imprese si può fare molto, in termini di investimenti e, per quel che mi riguarda più direttamente, di semplificazioni. Adesso dobbiamo correre ancora di più sulle semplificazioni, e completare entro la legislatura la riforma del merito”.
Intanto. la Cgil resta l’unica sigla a chiamarsi fuori dall’intesa per il rinnovo del contratto dei dirigenti dei ministeri e degli enti pubblici. “Con la firma del contratto collettivo nazionale dell’Area delle Funzioni centrali compiamo un passo decisivo per valorizzare il ruolo strategico della dirigenza pubblica”. Lo afferma Paolo Zangrillo in merito alla firma del contratto 2022-2024. “È un risultato importante, che chiude la stagione contrattuale 2022-2024 per il comparto delle Funzioni centrali e ci permette di guardare con determinazione all’apertura della nuova tornata 2025-2027”, sottolinea. Il contratto interessa 6.160 dirigenti e professionisti dei ministeri, degli enti pubblici non economici, delle agenzie fiscali, i medici del Ministero della Salute, i professionisti dell’Enac e degli enti pubblici non economici. L’intesa prevede un aumento medio lordo mensile di 558 euro per tredici mensilità, con punte di 980 euro per la prima fascia dirigenziale e 545 euro per la seconda, a decorrere dal 1° gennaio 2024. È riconosciuto inoltre un arretrato medio di circa 9.400 euro fino a ottobre 2025.
“Desidero esprimere soddisfazione per il metodo di lavoro adottato: il contratto è stato sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, ad eccezione della sola Cgil e con la Uil che, per la prima volta nei rinnovi 2022-2024, si è impegnata a risolvere la riserva nelle prossime ore. È un segnale di maturità e responsabilità che rafforza il dialogo istituzionale”, prosegue Zangrillo. “Il contratto consolida principi già introdotti, come il mentoring e una formazione mirata sull’uso dell’intelligenza artificiale e dei large language model, strumenti sempre più cruciali per la qualità dell’azione amministrativa. Viene inoltre regolata l’attenzione all’age management, in un momento in cui il ricambio generazionale nella dirigenza è particolarmente rilevante. Si rafforzano anche le relazioni sindacali e si riafferma il principio del diritto all’incarico. Particolare attenzione è riservata all’impegno, condiviso con le parti, per una revisione dell’ordinamento professionale dei profili tecnici degli enti pubblici non economici”.
Aggiornato il 30 luglio 2025 alle ore 17:16