Mediaset, la via di Pier Silvio tra politica e tv

Pier Silvio Berlusconi presenta i nuovi palinsesti Mediaset ma l’occasione è troppo ghiotta per non parlare anche di altro, della politica di casa nostra e dell’incertezza internazionale. Si comincia con l’analisi della stagione televisiva. Partendo con una critica, senza fronzoli, ai reality di Ilary Blasi e Diletta Leotta. “La Talpa e The Couple sono due dei prodotti più brutti che abbia mai visto in televisione. Abbiamo sbagliato. Non dobbiamo più cadere in errori di questo tipo. La colpa non è di Ilary Blasi, chiaramente”, premette l’amministratore delegato di Mediaforeurope. “I reality – ha aggiunto – non sono un genere alla fine, anzi, hanno ancora tanto da dire. Si tratta di prodotti fatti bene e altri fatti male”. Ad esempio “questa stagione non è stata particolarmente positiva per il Grande Fratello, ma rimane una delle macchine più straordinarie della tivù. L’Isola dei famosi è andata bene ma si può migliorare”.

Accanto alle critiche, non sono mancate anticipazioni strategiche: Simona Ventura erediterà la conduzione del Grande Fratello, Striscia la Notizia verrà posticipata e Pomeriggio Cinque vedrà nuove conduzioni. Ma in pochi minuti, il discorso si è allargato, toccando la salute dell’intero sistema mediatico e le tensioni geopolitiche. “La situazione del mondo dei media è molto complicata: guerre, una competizione sempre più accesa con i giganti dello streaming, ci mancavano pure i dazi che potrebbero ostacolare il percorso di tutte le aziende. E per chi vive di pubblicità i dazi sono un rischio mica da poco. Ma non si può stare fermi, bisogna guardare avanti con spinta e coraggio”. Con lucidità, Berlusconi ha poi confessato: DonaldTrump ci spaventa perché i dazi fanno male a tutti”.

Inevitabile il ricordo del padre, Silvio Berlusconi. “Manca tantissimo alla politica italiana. Amavo mio padre, avevo un rapporto profondo con lui, anche di contrasto, ma solo di bisticcio. Mi sono reso conto dopo la sua morte di quanto mi manchi e manchi alla politica. Oggi non avrebbe accettato questa situazione, si sarebbe scatenato, non si sarebbe mai fermato per tentare di fermare queste due follie di guerre, in Ucraina e tra Israele e Palestina. Sarebbe stato male e avrebbe fatto di tutto, non so se riuscendoci, ma qualcosa avrebbe fatto, ne sono convinto”, ha spiegato con un velo di emozione. Alla domanda, quasi inevitabile, se abbia mai pensato a un impegno diretto in politica, la risposta è stata netta: “Mai stata una voglia concreta. Io sono felice di fare quello che faccio e quindi oggi non ne ho nessuna intenzione e non penso alla politica. Guardando al futuro, non lo escludo: una sfida completamente nuova, perché no? Ma oggi non ha nessuna concretezza”. E comunque, sarebbe un esordionazionale”, ha specificato, chiudendo all’ipotesi di un inizio milanese.

Uno sguardo al governo attuale non poteva mancare. “Penso che, al di là di destra o sinistra, oggi il nostro governo sia uno dei migliori in Europa, per non dire oltre. Questione di concretezza e consapevolezza”, ha affermato, elogiando la premier: GiorgiaMeloni si comporta come è più opportuno per l’Italia. Da un lato c’è la propaganda e il tenere caldo il consenso. Lei invece sta facendo gli interessi concreti del Paese, anche nel rapporto, ahimè, con Trump. Donna, giovane, venuta dal nulla: è il miglior governo d’Europa, comunque la si pensi. Il suo grande patriottismo ben venga”. Sul partito di famiglia, Pier Silvio non ha risparmiato stimoli al segretario: “Se non ci fosse Antonio Tajani bisognerebbe inventarlo, questo non vuol dire che non si possa sempre fare meglio”. Ha precisato: “Stimolo Tajani a guardare avanti e introdurre nel partito presenze nuove, che non vuol dire necessariamente giovani, e idee nuove”.

“La politica oggi ha una mancanza di leadership, bisogna fare crescere nuovi leader”, ha osservato, citando figure di spicco: “Tajani è bravissimo, Rita Dalla Chiesa è bravissima, Maurizio Gasparri è bravissimo, tanti dei ministri del governo secondo me hanno una grande esperienza, che è un fatto fondamentale. E di nomi ce ne sono altri mille. Ma ci vuole anche altro”. Non è mancata una battuta a chi gli chiedeva esempi concreti: “Nomi? Ci sono nomi ed esperienze che mi piacciono, ma non ve le dico”, ha tagliato corto, con un sorriso. A chi insinuava un possibile spostamento di Forza Italia verso sinistra, la risposta è stata netta: “Forza Italia deve essere una forza liberale e moderata che guarda al centrodestra, con una spinta progressista sui diritti di tutti”. E ha aggiunto, con una formula che riecheggia la tradizione azzurra: “Secondo me manca il centro, quindi meno male che Forza Italia e Tajani ci sono. Nello spazio tra la sinistra che sono Movimento 5 stelle e Partito democratico e dall’altra parte Fratelli dItalia e la Lega c’è in mezzo uno spazio gigante che è quello di come la pensa la maggior parte degli italiani”. Uno spazio che cerca di conquistare Matteo Renzi, ma l’ex premier “non ha più mordente, non ha più peso, ha perso credibilità elettorale. Lo ritengo bravo e intelligente ma ha perso credibilità e peso politico”.

Aggiornato il 10 luglio 2025 alle ore 16:10