
Forza Italia conferma la totale contrarietà al terzo mandato. Prosegue il braccio di ferro, a distanza, tra la Lega e il partito fondato da Silvio Berlusconi. Per i forzisti, il limite per i presidenti di Regione non può essere messo in discussione. Nel corso di Non Stop News, ai microfoni di Rtl 102.5, Maurizio Gasparri ribadisce la posizione di Forza Italia. “La coalizione di centrodestra – afferma il senatore – si fonda sulla politica del lavoro, sulla politica fiscale, guarda alla famiglia, all’impresa. E, se un sindaco o un presidente di Regione debbano rimanere in carica dieci o quindici anni è un fatto più che altro tecnico. Noi poi non siamo favorevoli al terzo mandato perché riteniamo che cariche così ricche di potere debbano avere un certo limite. Non stiamo parlando di una legge fiscale, è un tema su cui è lecito pensarla diversamente. Ci sono punti che non sono nel programma del centrodestra e il terzo mandato è uno di questi. Ma ci confrontiamo quotidianamente”.
Antonio Tajani, a margine di una conferenza stampa, conferma: uno sblocco dei mandati “non è nel programma di Governo”. Il vicepremier e leader forzista replica a chi gli chiede se ci saranno riunioni con gli alleati sul tema. “Ci sono state delle dichiarazioni. Ma se ci saranno delle riunioni spiegheremo agli alleati perché siamo contrari a modificare la legge attuale”. Dopodiché, aggiunge: “Questo non ha nulla a che vedere con la stabilità politica del Governo. Siamo forze differenti, ognuno ha le sue idee, non siamo un partito unico ma facciamo parte di una coalizione politica e io mi riferisco sempre al programma del Governo quando faccio delle proposte. Poi sono sempre disponibile a discutere con tutti ma devo capire perché bisogna andare a cambiare la legge, a dare il terzo mandato qual è la ragione? E poi il quarto? Il quinto? Perché tre e non quattro? Non sono convinto e lo dico chiaramente. C’è una legge attuale e non vedo perché vada cambiata, oggi la priorità mi sembra quella di abbassare le tasse”.
Massimiliano Fedriga non registra “ostruzionismo da parte di Forza Italia”. Il presidente leghista del Friuli-Venezia Giulia sottolinea il dialogo in corso tra alleati. “Sicuramente si parte da posizioni che non sono identiche delle varie forze politiche della maggioranza. Ma sono ottimista. Come abbiamo fatto per tante altre cose, anche su questo argomento sono sicuro che riusciremo a trovare la sintesi”. Anche Luca Zaia usa dapprima toni felpati. Secondo il presidente leghista del Veneto, il dibattito in corso sul terzo mandato è “sensato da un lato perché pone una questione di buon senso: non avere una Italia a macchia di leopardo, perché il terzo mandato per noi si traduce in alcuni governatori che hanno il blocco dei mandati e altri no, alcuni sindaci che hanno il blocco dei mandati e altri no. Peraltro” il dibattito riguarda “le uniche due figure che sono elette dal popolo direttamente”.
Infine, Zaia sottolinea polemicamente che “il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, i ministri, i deputati, i senatori, i consiglieri regionali, gli assessori regionali, i consiglieri comunali, i sindaci sopra i 15mila abitanti non hanno il blocco dei mandati. Se la giustificazione è che noi creiamo centri di potere a me sembra una ragione ridicola”. Secondo Zaia, l’Italia al contrario, dovrebbe “darsi una uniformità. Mettiamo il cittadino al centro di queste riforme perché diventi attore protagonista per scegliere la sua classe dirigente o lo facciamo diventare una comparsa nel film della vita della politica? Siamo programmati per andare al voto: il terzo mandato non ti dà la bolla papale consentendoti di governare a prescindere da quello che pensano i cittadini. Comunque, in autunno andiamo a votare, se c’è il terzo mandato mi ricandido, se non c’è, si candiderà qualcun altro. Cosa accadrà non lo so”.
Aggiornato il 19 giugno 2025 alle ore 15:30