
Il Presidente della squadra del Foggia calcio, Nicola Canonico, è stato minacciato e ricattato per anni.
Le squadre sono imprese. Ma sono spesso ricattate dai propri tifosi. Le forze di polizia e la magistratura agiscono, ma con lentezza. Il risultato è che nelle curve ormai c’è una saldatura tra tifo, neofascismo, analfabetismo, non solo di ritorno, criminalità, anche organizzata e politica.
Chi partecipa al tifo organizzato, si prepara a combattere contro le altre tifoserie e la polizia. Si addestra per questo. Il know how diventa utile anche per la criminalità. Non vale per tutti, ma è una realtà che non può essere ignorata.
Anche all’estero la situazione è simile. Tranne poche eccezioni. Puoi essere tifoso del Foggia, della Roma, del Milan o del Paris Saint Germain ma alla fine, se stai in curva da capotifoso, sarai coperto di tatuaggi runici. La curiosità è che il nemico delle tifoserie non è il tifo avversario. Il tifoso combatte nell’ordine: polizia, Stato, squadra avversaria, e perfino la propria squadra, se non consente arbitrio di stampo anche mafioso. Come dimostra la vicenda di Canonico, e non solo.
Le mafie sguazzano in questi ambienti. Nelle cronache, scopriamo che boss e capi delle tifoserie spesso coincidono. Gli ultrà sono organizzati. Hanno anche servizi di intelligence per il controllo delle curve.
Contro Stato e polizia, le tifoserie nemiche si coalizzano. Gli ultrà sembrano avere al loro interno milizie addestrate. Questa evoluzione militare delle curve va indagata. Come è possibile passare dal tifo divertito e divertente alla violenza organizzata? Nello sport il diritto è limitato dal “fumus ioci” e dall’ordinamento sportivo che pretende indipendenza. L’idea di impunibilità, non si ferma alla retorica della “puncicata” (accoltellamento). Canonico dimostra che si tratta anche di bombe e proiettili. Si tratta di rifiuto della legalità.
Eppure, quando intaccata dai Daspo o da condanne, quest’area di illegalità dichiarata si appella alle leggi democratiche e al diritto alla libertà. Anche le destre del mondo disprezzano legalità e istituzioni democratiche. Quando però arrivano condanne, chiedono altre leggi e libertà di espressione.
E allora la sinistra?
Con questa domanda, taluni pensano di mandare in vacca qualsiasi ragionamento. Tranquilli. Anche a sinistra esistono no tav, no-tutto e propal che si aggirano in Europa e usano la violenza. Sono fatti della stessa pasta della destra appena descritta. Rifiutano la democrazia e le leggi, menano le mani ma quando subiscono un’accusa si appellano a libertà, democrazia, pace universale. E la chiedono alle istituzioni.
Non è un caso che il comunistissimo Marco Rizzo militi nello stesso partito di Fiore e di Alemanno, oggi in carcere. E anche lui, conosciuto il carcere, non chiede più pene severissime, ma pietà e si appella alla funzione di rieducazione del carcere.
Non è questione solo di stadi e spregio delle regole democratiche. Anche in nome del sostegno ad Hamas, destra e sinistra e persino i qualunquisti, in questo caso non solo estremi, sono profondamente intrecciati.
Invocare pace per proteggere Hamas è uno spettacolo desolante e degno di una commedia dell’assurdo.
C’è un sostegno internazionale in questa nuova forma di confusione politica pace-violentista. Anche Trump minaccia tutti di conseguenze gravi se non si rispettano i suoi desideri, ma si dichiara pacifista. Resta pervicacemente aggrappato all’idea che l’Ucraina debba cedere alle pretese russe. Trump finisce con lo sposare la tesi di chi vuole ‘eliminare le cause profonde del conflitto russo-ucraino’ eliminando l’Ucraina. Suggeriamo che eliminare le cause profonde del conflitto significa sperare nel suicidio di Putin.
Trump, Putin e quel bolo parapolitico violento-pacifista sono accomunati anche nella retorica dei “poteri oscuri” che impediscono di governare. È un altro modo per demonizzare la legge in favore dell’esercizio della forza. Per completare il quadro, le potenze della guerra asimmetrica applicano il paradosso della bugia a tappeto. Nel mondo dell’informazione la diffusione di bugie rende tutto incerto. La società libera nell’incertezza deperisce, l’autoritarismo prospera.
Possiamo continuare a subire questa involuzione?
Per vitare che questa situazione porti a guerra aperta, tutti contro tutti, serve una forza equilibratrice. Contro il ricatto della violenza, dobbiamo avere il coraggio di costruire subito la nostra nuova casa o patria: un’Europa, sovrana, decidente, credibile, autorevole, ricca.
L’Europa è oggi il faro della libertà.
Se vogliamo pace, la potenza Europa sovrana, democratica e libera è necessaria.
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Aggiornato il 22 maggio 2025 alle ore 13:46