
Pierpaolo Bombardieri, alla vigilia del Primo Maggio, lancia l’allarme sulle “morti bianche”. Il segretario generale della Uil, in un’intervista a Repubblica, parla di occupazione, salute e integrità dei lavoratori. “Non vediamo la premier Giorgia Meloni da novembre, a Manovra già chiusa. Più fondi per la sicurezza sul lavoro? Vediamo di cosa si parla. Ma la sicurezza non è solo una questione di soldi. È chiaro che servono più investimenti per la formazione, la prevenzione, le ispezioni. Ma c’è anche altro. Intervenire ad esempio sulle gare al massimo ribasso e sugli appalti a cascata. Istituire l’omicidio sul lavoro – aggiunge – e una procura speciale: quando un’impresa modifica i dispositivi di sicurezza per non fermare le macchine e fare più profitti, come accaduto all’orditoio di Luana D’Orazio – prosegue – non è un incidente. È un omicidio e va trattato come tale. È una storia che ci parla ancora: ragazza, apprendista, senza tutor. Un lavoratore non è un supereroe. Vuole solo ritornare a casa la sera”. I numeri sempre molto alti di morti e infortuni si spiegano con “una questione culturale, oltre che di profitto e violazione delle leggi. Non solo di questo periodo. E di questo Governo. Ci siamo assuefatti all’idea che un incidente possa capitare”.
Secondo Bombardieri, “abbiamo cifre da guerra civile. Oltre mille morti e 500mila infortuni all’anno. Dal 1983 al 2018 Istat e Inail contano 55mila morti sul lavoro contro 6.081 vittime della criminalità organizzata. In questo Paese si muore più di lavoro che di mafia. E se la mafia uccidesse più di tre persone al giorno, come reagirebbe il Governo?”. Ad ora, risponde Bombardieri, reagisce “con la patente a crediti concessa a 500mila imprese sui 5 milioni e nemmeno una ritirata. Con nuovi ispettori assunti ma decisi dal Governo Draghi e insufficienti”.
Intanto, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e la deputata della Lega Tiziana Nisini, responsabile del Dipartimento lavoro del partito annunciano un disegno di legge sui salari equi. “I dati Istat sui salari – sottolineano – certificano un rendimento inferiore dell’8 per cento rispetto a gennaio 2021, nonostante un aumento tendenziale del 4 per cento. Sappiamo che è necessario intervenire ed è per questo che nei prossimi giorni presenteremo un nostro disegno di legge sui salari. Un tema che per la Lega è prioritario e al centro dell’azione politica del partito, che proprio meno di un mese fa ha approvato nel corso del congresso a Firenze la mozione sui salari, con proposte concrete per adeguarli all’inflazione e stimolare i rinnovi dei contratti nazionali. Come Lega, stiamo lavorando per affrontare con urgenza la questione, con l’obiettivo di sostenere i lavoratori italiani, le famiglie e dare loro maggiori certezze economiche. Porteremo in Parlamento le nostre proposte per garantire retribuzioni adeguate, eque e trasparenti. Affrontare la questione dei salari bassi con posizioni ideologiche non è la strada giusta”.
Aggiornato il 30 aprile 2025 alle ore 12:32