Vola Vladimir, vola: ma non abbattetelo

Ma Vladimir Putin si sta divertendo, scatenando il suo sciame di mosche sul muso del cavallo di razza della Nato? Lui dice al Re che lo cavalca: schiacciane una sola di quelle mie messaggere che svolazzano fastidiose, e io ti scateno una tempesta di rane. Giocando così a Dio quando punisce il faraone, persecutore del suo Popolo eletto. E tutto ciò senza timore di sconfinare nel ridicolo, non fosse altro che per sostenere una guerra convenzionale con la Nato, anche “senza” gli Stati Uniti, Mosca (“M” maiuscola) dovrebbe mobilitare milioni di russi con la coscrizione obbligatoria, moltiplicando per un fattore dieci l’attuale scarsità di beni disponibili al consumo, e per cento i risarcimenti alle famiglie dei caduti e degli invalidi permanenti. Cosa che nessun autocrate, per quanto assoluto sia, può permettersi di fare, a meno che fosse la sua Nazione a essere aggredita! E se poi, volendo giocare a Quinto cavaliere (atomico) dell’Apocalisse, volesse davvero far partire verso l’Europa i suoi nuovi gioielli nucleari strategici ipersonici, dovrebbe prima vedersela con i suoi generali che vogliono godersi la futura pensione, piuttosto che diventare ombre sui marciapiedi, come accadde ai poveri passanti di Hiroshima nel 1945, a causa della scontata controsalva su Mosca e dintorni di missili nucleari occidentali.

Siamo quindi al Teatro dell’assurdo, per non dire alle comiche. Se però noi, per ogni mosca (“m” minuscola) fastidiosa e provocatrice che appare nei nostri cieli comuni noi decidiamo, senza mai abbatterne una, di dare una grossa mano ai generali e ai servizi segreti di Kiev per inviare regolarmente una flotta (ucraina!) di grossi calabroni velenosi (droni a lunga percorrenza, con elevato payload esplosivo) a incendiare le raffinerie di petrolio russe, avremmo liberato in un solo colpo re e cavallo, provocando una rivolta dei consumatori russi, imprigionati in file chilometriche per i rifornimenti di benzina. Perché sempre al portafogli bisogna oggi mirare, per vincere le guerre ibride e quelle convenzionali! Ora, però, rientriamo nella terra incognita per cui realisticamente un comando Nato decida di abbattere un Mig russo per aver volontariamente sconfinato (ignorando, quindi lo scroll d’ala dei caccia intercettori alleati, per scortarlo fuori dai nostri spazi aerei), che cosa accadrebbe? Per capirlo sarà bene rifarsi al precedente turco, quando il 24 novembre 2015 un aereo russo Sukhoi Su-25 venne abbattuto da un F-16 turco nella provincia di Latakya, al confine tra Siria e Turchia. I due piloti si salvarono, attivando la procedure di espulsione dei loro sedili eiettabili.

Accadde che Recep Tayyip Erdoğan, nostro alleato Nato, si incontrò con l’allora arcinemico Putin, e si misero d’accordo per mettere immediatamente fine alla loro contesa. Allora, perché non dovrebbe accadere la stessa cosa tra la Nato europea e Putin (di sicuro con la mediazione di Donald Trump), visto che l’autocrate di Mosca non vede l’ora di metterci tutti coattivamente seduti allo stesso tavolo, per firmare un trattato sulla sicurezza europea alle sue condizioni, in cui ovviamente la merce di scambio sarà proprio l’indipendenza dell’Ucraina e la fine della sua guerra di aggressione? Verrebbe da dire: provare per credere. Ma, noi vogliamo davvero testare Vladimir fino a quel punto?

Aggiornato il 29 settembre 2025 alle ore 10:25