
Le sanzioni migliori, gli attacchi al cuore della Russia. Per Volodymyr Zelensky il raid con droni a una raffineria a Leningrado è proprio ciò che può scalfire Vladimir Putin e il suo esercito. Arrivare dove le multe europee non possono, giustamente. Nella notte, i nuovi attacchi hanno colpito in profondità il territorio russo. Secondo quanto riportato da Ukraïns’ka pravda, è stata centrata la raffineria di petrolio nella regione di Leningrado, dai velivoli senza pilota di Kiev, mentre il Kyiv Independent riferisce di un impianto chimico colpito nel Territorio di Perm, a circa 1.800 chilometri dal confine ucraino. Solo 24 ore prima, un’azione simile aveva preso di mira un altro complesso petrolifero a Ufa, situato a 1.400 chilometri dalla frontiera. Gli attacchi hanno provocato esplosioni e incendi in diverse strutture.
Il bersaglio principale dell’ultimo attacco sarebbe stato la raffineria di Kiriši, una delle più grandi della Federazione russa e controllata dalla compagnia Surgut Naftogaz. L’impianto, situato a più di 800 chilometri dall’Ucraina, ha una capacità di raffinazione superiore a 10 milioni di tonnellate annue e produce benzina, gasolio e carburante per aviazione. Anche per scopi militari. Ukrinform riporta che l’operazione è stata confermata dal comandante delle Forze dei droni ucraine, Robert Brovdi, attraverso un messaggio su Telegram. Brovdi ha precisato che la raffineria di Kiriši figura tra le prime cinque della Russia per capacità produttiva, con un output annuale di circa 20 milioni di tonnellate, e che l’attacco è stato portato a termine da unità del 14° reggimento delle Forze dei droni in coordinamento con le Forze per le operazioni speciali. Le immagini delle esplosioni, diffuse da Ukraïns’ka pravda, mostrano l’impianto in fiamme: una struttura che garantisce una quota rilevante del fabbisogno energetico russo e rappresenta un nodo strategico dell’infrastruttura petrolifera nazionale.
Il governatore della regione di Leningrado, Alexander Drozdenko, ha dichiarato che tre droni sono stati abbattuti nei cieli sopra Kiriši, ma i detriti caduti hanno provocato un incendio all’interno della raffineria. Drozdenko ha inoltre sottolineato che le fiamme sono state rapidamente domate e che non si registrano vittime. Parallelamente, il servizio di intelligence militare ucraino (Gur) e le Forze speciali hanno rivendicato azioni contro la rete ferroviaria russa, con attacchi mirati lungo le linee Orël-Kursk, Malo Arkhangelsk-Glazunova e Stroganovo-Mshinskaya, fino all’asse San Pietroburgo-Pskov. Secondo Kiev, queste tratte costituiscono corridoi logistici fondamentali per il rifornimento delle unità russe schierate nelle direzioni di Kharkiv e Sumy.
Sul piano politico e militare, il presidente Volodymyr Zelensky ha respinto le ipotesi di un imminente sfondamento russo: “Sento dire che i russi stanno avanzando e occuperanno la parte orientale del Paese entro tre mesi ma è semplicemente falso”, ha dichiarato. “Non lo faranno nemmeno tra anni: la situazione è difficile ma teniamo sotto controllo il fronte. Vorrei che i servizi segreti dei nostri partner si consultassero quotidianamente con quelli ucraini, direttamente dal campo di battaglia”.
Aggiornato il 15 settembre 2025 alle ore 15:02