Onu: 90 per cento degli aiuti intercettati da Hamas

L’Onu ha pubblicato i dati, lo dice a chiare lettere: più del 90 per cento dei loro camion con aiuti per Gaza viene assaltati dai terroristi (l’Onu aggiunge che qualche camion viene assaltato dagli “affamati”, ma è difficile che a mani nude si possano bloccare camion lanciati a tutta velocità verso Gaza City). È quanto sostenevano da anni gli israeliani brutti sporchi e cattivi (così vengono indirettamente dipinti dai media conformisti: come nel film di Ettore Scola). La verità è finalmente voce dal sen fuggita. Le Nazioni unite sono formate in maggioranza da campioni come Lula, il Sud Africa – caduto nel soft apartheid della decenza morale sociale e politica – la Cina che occupa Tibet e la terra degli Uiguri (grandi quasi come tutta l’Unione europea), senza dimenticare Iran, Venezuela, Putinlandia eccetera. E noi comuni mortali, nemici del pensiero conforme diramato dagli hub dell’informazione gulaghizzata, ci chiediamo quando stampa e tivù, web e politici ipocriti, smetteranno di tacere quella parte di notizie su Gaza che non ubbidisce all’idea costruita a tavolino (per un attimo farò il complottista per dare l’idea) per poi ripeterla all’infinito, così che le masse mentalmente indigenti per definizione abbocchino all’amo e sparino a zero contro la congrega dei “demo-pluto-giudaico-anglosassoni”, così come li battezzarono Benito Mussolini e Iosif Stalin.

Aspettiamo che Emmanuel Macron e il Corriere della Sera, Elly Schlein e Domani, Rai, Mediaset e persino la pentastellante La7 pubblichino la notizia, magari scusandosi per il ritardo. Benjamin Netanyahu non conosce la comunicazione né la guerra: i titoli dei giornali sono univoci: Gaza sarà occupata tutta (a Gaza City le Forze di difesa israeliane dovevano entrare subito: la guerra sarebbe finita molto prima), Fiamma Nirenstein a Radio Radicale spiegano che si tratterebbe solo di un blitz mirato alla liberazione degli ostaggi. Che poi Hamas venga finalmente stanata è difficile, ma qualcosa dovranno pure concludere, a Gerusalemme, per evitare che media e masse parlino di vittoria iraniano-palestinese, visto che già ora indirettamente fanno quasi credere che i massacratori armati dalla dittatura sciita abbiano vinto e siano come i Mille di Giuseppe Garibaldi. Che vergogna.

I media – e i rancorosi dei social network – sono gli stessi che tacciono sui misfatti dell’Iran. Negli anni del post-comunismo ancora potente, i media, a ogni condannato a morte negli Stati Uniti, elevavano alti peana contro la pena di morte. Giusto. Eppure oggi – dopo che la penna di morte si scrive con l’inchiostro bianco dell’ipocrisia – la stampa nemmeno cita il numero degli impiccati a Teheran e dintorni: ne sono stati uccisi 700 nelle carceri ufficiali, da gennaio a oggi. Vuol dire tre impiccati al giorno. E però ecco il silenzio assoluto. Che vergogna. Inoltre, mancano i dati sui giovani “desaparecidos”, prelevati dalle milizie della dittatura e scomparsi. Potrebbero essere migliaia. l’Unità tace. Domani ne parlerà domani. Il Fatto Quotidiano non commenta il fatto. Senatori e deputati del Partito democratico, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 stelle sono solo dediti a distruggere le mura del Paese, pur di tornare a un potere che numericamente hanno perso da quasi trent’anni. Come riesce la stampa conformista a rovesciare fatti, dati, numeri, cause, logiche? Come fa a indirizzare l’odio verso l’obiettivo voluto, sia esso Gesù Cristo, oppure il cuggino di Elio e le Storie Tese? Usano “opinion leader” che oggi non sono più Pier Paolo Pasolini o Ennio Flaiano, ma gli attoruncoli dei serial, il demi-monde del Festival di Sanremo.

Dal punto di vista semiotico la comunicazione moderna si fonda sulla sinestesia: il messaggio ci arriva addosso contemporaneamente via audio, parola scritta, musica, immagini. In questo senso “sinestesia” e “anestesia” si equivalgono, come sosteneva Paul Virilio in Estetica della sparizione. Una volta creato il messaggio, questo viene reiterato all’infinito e, anche se è un libro di 1000 pagine, diventa un meme di massa, un segno grafico ridotto all’osso che racchiude tutti i media utilizzati: a quel punto puoi dire al popolo di buttarsi giù dalla finestra, e quelli lo fanno, come alcune sette apocalittiche russe, ed è ciò che vediamo ogni giorno: tutti parlano dello stesso argomento e tutti ripetono la stessa cosa con le stesse parole. Ciò avviene perché tutti hanno ricevuto lo stesso becchime, e solo così, in una società disgregata dall’accelerazione quotidiana della vita, possono illudersi di essere ascoltati da qualcuno, possono immaginare di poter dire qualcosa. Solo che non sarà mai un discorso originale teso a mutare lo stato di cose: è il discorso di un pappagallo. Cambiano le parole, ma quelle non contano più. Conta la forma, il cui contenuto è solo la ripetizione.

Adesso veniamo a due notizie importanti per l’Ucraina e l’Europa. La prima dovrebbe sgambettare la narrazione pseudopacifista del “Non un euro per le armi”. La Polonia investirà molto per rinforzare il suo esercito. Entro il 2030 Varsavia avrà 180 nuovi carri armati Hyundai Rotem K2. Nel frattempo, i polacchi costruiranno da sé altri 61 tank. Saranno così 1.100 i carri armati in dotazione all’esercito polacco (terra di pianure, dove i mezzi blindati sono ancora più importanti dei droni o dei missili). In Europa (e in Italia) qualcuno dorme, e qualcuno, disarmandosi di fatto, dà forza a nuove invasioni. Si pensi che con 1.100 tank, la Polonia avrà più carri armati di Italia, Germania, Francia e Regno Unito messi insieme.

Inoltre, l’Olanda ha dichiarato di voler acquistare 500 milioni di armi (munizioni e sistemi di difesa aerea, inclusi i Patriot) dagli Stati Uniti. Immaginiamo che ciò succeda in Italia: le piazze sarebbero piene di gente “pacifica” che spara a destra e a manca, pur di protestare e dimostrarsi politicamente ancora viva. L’Olanda potrebbe comunque essere il primo Paese Nato a utilizzare un nuovo meccanismo per rifornire Kiev. Il ministro della Difesa olandese spiega che “l’invio di rifornimenti militari aiuterà l’Ucraina e l’Europa a difendersi dall’aggressione russa”. Altre nazioni potrebbe utilizzare lo schema adottato dall’Olanda.

L’Ucraina, con un’operazione di intelligence e hackeraggio, ha acquisito i dati sensibili del K-555 Knyaz Pozharsky, uno dei tre sommergibili nucleari russi Project 955A Borei A, dotati di 16 silos per il lancio di missili intercontinentali Bulava-30. Si noti bene che coloro che, come Avs, imprecano contro l’acquisto di armi dagli Stati Uniti, dimenticano di dire ai pappagalli che gli Usa sono gli unici occidentali ad avere una industria militare performante e produttiva. L’Europa è in disarmo da decenni, ed è proprio da allora (con guerre e occupazioni di Serbia, Crimea, Ucraina) che sono ricominciati a sentirsi gli spari made in Russia. Servirebbe calma, ricerca di un minimo di verità, vero amore di pace, e smettere di sperare nella distruzione della propria Nazione pur di tornare al Governo.

Aggiornato il 06 agosto 2025 alle ore 13:07