Stato Palestinese: riconoscere l’inesistenza

Intanto che la Francia, o meglio Emmanuel Macron, assicura il riconoscimento dello Stato della Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni unite del prossimo settembre, desta interesse quanto manifestato dal quasi inutile “presidente palestinese”, nonché presidente dell’Olp, Organizzazione per la liberazione della Palestina, e dell’Anp, Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, il quale ha espresso profonda gratitudine alle autorità saudite per il ruolo e gli sforzi diplomatici profusi nel contribuire al riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina da parte di Parigi. La questione del riconoscimento dello Stato di Palestina è comunque complessa, a carattere generale, anche se sta assumendo tratti che rasentano la noia essendo una “questione” quasi ottuagenaria, ma è tuttavia particolarmente articolata e anche quasi comprensibile se manifestata da colui che dimora al Palazzo dell’Eliseo. La scelta svelata da Macron può essere letta anche alla luce di quanto sta accadendo nel Paese transalpino a causa sia del teppismo islamico, non dei musulmani lì operativi e integrati, che sta dilaniando il tessuto sociale di molte città, ma anche dal radicamento nella società francese di un sistema socio economico su base musulmana quindi con obiettivi tendenzialmente proselitisti.

Ma quali sono i veri problemi dell’islamismo in Francia che probabilmente hanno spinto il Presidente francese a fare un passo così estemporaneo senza tracciare una road map condivisa da una Europa che agisce prevalentemente in ordine sparso? Attualmente in Francia esiste un “sistema islamico” in una lenta fase di tramonto da circa un ventennio, che è quello legato ai Fratelli musulmani, ed un “sistema islamico” in crescita che è quello legato al proselitismo salafita. Ricordo che le radici teologiche salafite affondano maggiormente in Arabia Saudita, anche se sono legate al wahhabismo – che rappresenta l’aspetto caratterizzante – il conservatorismo islamico saudita. Ma nell’ultimo decennio di dinamiche jihadiste (Isis, attentati terroristici e affini), la quasi totalità di questi estremisti islamici presenti in Francia non è passata attraverso i Fratelli musulmani, ma attraverso il salafismo. Inoltre, mentre i Fratelli musulmani diffondono una propria visione dell’islam tra i musulmani presenti in Francia, i salafiti e i numerosi influencer islamisti tendono invece a convertire tutti i francesi alla legge della shari’a.

Una realtà spesso sminuita o celata, ma che emerge ogni volta che si indugia sulle condizioni sociali che sta vivendo la Francia e non solo, vedi Inghilterra e Paesi della penisola scandinava. Quindi quando Mahmoud Abbas ha espresso enorme ammirazione per l’impegno del re Salman Bin Abdulaziz Al Saud e del suo principe ereditario Mohammed Bin Salman, per essersi esposti direttamente con sforzi diplomatici impegnativi verso Parigi, affermando che sotto la loro guida hanno ottenuto dalla Francia una storica promessa e uno storico impegno per il riconoscimento dello Stato di Palestina, occorre osservare tutto il perimetro del triangolo Autorità palestinese, Arabia saudita e Francia. Certamente la presa di posizione francese sarà “ideologica”, anche se discutibile sia per i tempi che per la geografia e la storia, ma soprattutto per la geopolitica, ma non escluderei che possa avere seri tratti dettati da una opportunità, o meglio “necessità sociologica”, tesa a non creare contrapposizioni severe al dilagare dell’islamismo sul territorio, magari auspicando, con esagerata miopia se non cecità, che la diffusione, nel tessuto sociale, dell’estremismo islamico francese possa essere ammansito dalla “comprensione macroniana” verso l’utopico Stato palestinese.

Ma anche il Regno Unito potrebbe riconoscere a settembre lo Stato palestinese. Una pronunciazione del primo ministro britannico Keir Starmer, che ricordo ha vinto le elezioni ostentando durante la campagna elettorale la sua posizione filopalestinese. Starmer ha palesato la sua decisione dopo una riunione del gabinetto d’emergenza su Gaza fatta il 29 luglio. Così diventerebbe il secondo Paese del G7 a fare un passo verso il riconoscimento di un’utopia di Stato parcellizzato, dove l’Anp, Hamas, e altri movimenti pseudo politici, incamerano da decenni finanziamenti provenienti sia da “Stati badanti” dell’Anp, sia da organizzazioni terroristiche legate anche all’Iran. Ricordo che i laburisti, nelle Elezioni generali del luglio 2024 hanno vinto stracciando i conservatori. Ma i veri vincitori sono stati i musulmani inglesi, che hanno eletto molti loro candidati e ora pongono le loro condizioni ai laburisti.

È noto che riconoscere lo Stato palestinese non serve a portare pace nella regione, se non si elimina almeno Hamas, causa prima della distruzione di Gaza, ma potrebbe servire alla Francia ed altri Paesi a mantenere una parvenza di pax sociale interreligiosa in contesti dove il rischio di perdere il controllo è sempre più elevato.

Aggiornato il 31 luglio 2025 alle ore 10:32