
Anche in Kamchatka è rientrato l’allarme. Il peggio sembrerebbe passato. Ma lo stato d’allerta, almeno nei cittadini rimane. Undici ore dopo il terremoto di magnitudo 8.8 avvenuto a largo della costa russa, nell’Oceano Pacifico, che ha fatto scattare l’allarme tsunami in vari Paesi bagnati da quel mare, diverse famiglie sono rientrate nelle proprie abitazioni. Le Hawaii sono state tra le prime ad abbassare il livello di guardia. Alcune onde, generate dal sisma, sono effettivamente arrivate sull’arcipelago, ma senza causare danni gravi. Come riportato dalla Bbc, il Pacific tsunami warning center ha ridimensionato l’allarme a semplice “avviso”. “Il peggio è passato”, ha dichiarato Chip McCreery, direttore del Centro, secondo quanto riferito dalla Cnn. In parallelo, il responsabile della Protezione civile delle Hawaii, Stephen Logan, ha comunicato che “le persone evacuate possono tornare nelle loro case”. Ha però invitato gli automobilisti alla massima prudenza per le possibili inondazioni in alcune aree. Un “avviso” implica la possibilità di onde forti, mareggiate locali e correnti anomale, ma non l’impatto di un grande tsunami. “Finora non abbiamo visto alcuna onda di rilievo, il che è un grande sollievo per noi”, aveva anticipato il governatore delle Hawaii Josh Green in conferenza stampa, commentando l’evento sismico originato in Kamchatka.
Il Giappone ha seguito con cautela. Anche qui, l’allerta tsunami è stata declassata nelle ore successive, ma onde fino a 60 centimetri hanno comunque raggiunto diversi tratti della costa pacifica. L’Agenzia meteorologica giapponese aveva inizialmente emesso un ordine di evacuazione per quasi due milioni di persone, esteso dall’isola settentrionale di Hokkaido fino alla prefettura meridionale di Wakayama. I trasporti ferroviari, stradali e aerei lungo il versante orientale sono stati sospesi. Onde significative hanno raggiunto, poco dopo le 13, Hamanaka (Hokkaido) e il porto di Kuji (prefettura di Iwate), mentre a Tokyo, nel quartiere costiero di Harumi, è stata rilevata un’onda di 20 centimetri. Il primo ministro Shigeru Ishiba ha assicurato che il governo adotterà “tutte le misure possibili per garantire la sicurezza della popolazione”, ordinando un’attivazione straordinaria dei ministeri e delle agenzie competenti per contenere l’impatto dello tsunami. Misure di precauzione sono arrivate anche per i trasporti e per le fabbriche. All’aeroporto di Sendai (prefettura di Miyagi), le piste sono state temporaneamente chiuse. Le compagnie ferroviarie JR East e JR Central hanno sospeso le corse nelle aree costiere. Le spiagge di Miyagi sono state interdette. Alcune grandi aziende hanno fermato le attività: Nissan ha sospeso la produzione negli stabilimenti di Kanagawa e Fukushima, mentre importanti catene come Seven-Eleven hanno chiuso centinaia di punti vendita lungo la costa.
Secondo l’agenzia sismologica regionale degli Usa, il sisma registrato ieri è il più potente nella Kamchatka dal 1952. Allora, un evento di magnitudo 9 colpì la stessa area e provocò uno tsunami devastante in tutto il Pacifico. L’attuale scossa ha avuto numerose repliche, almeno sei quelle confermate: tra queste, una di magnitudo 7.5, una di 6.9 e un’altra di 6.3. I Centri di allerta tsunami statunitensi avevano avvertito, prima del passato allarme, che onde superiori ai tre metri avrebbero potuto colpire le coste sudamericane dell’Ecuador. Onde tra uno e tre metri in Cile, Costa Rica, Giappone, Polinesia Francese, Guam e altre isole del Pacifico. Mentre inondazioni fino a un metro per Australia, Messico, Nuova Zelanda, Tonga e Taiwan. Per motivi di sicurezza, il personale della centrale nucleare di Fukushima – già devastata nel 2011 da un terremoto e uno tsunami – è stato evacuato in via precauzionale.
Aggiornato il 30 luglio 2025 alle ore 14:35