
Fratelli d’Italia non poteva votare contro Raffaele Fitto. È questa la prima indicazione che arriva all’indomani della mozione di sfiducia verso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dove il partito di Giorgia Meloni si è astenuto. “Il voto non era contro Von der Leyen, ma contro una Commissione dove l’Italia è rappresentata da Raffale Fitto. E il risultato mi pare che dimostri che avevamo ragione nel ritenere velleitaria e anche controproducente questa mozione”, ha esordito al Quotidiano Nazionale l’europarlamentare di FdI Nicola Procaccini. Una posizione che si intreccia con la partita delle alleanze europee, dove il centrodestra punta a consolidare una maggioranza strutturale. “Dispiace invece che abbia riaffermato la logica dell’asse tra i popolari e il socialismo – ha aggiunto l’ex sindaco di Terracina – che in realtà è in contrasto con le scelte dell’elettorato e dei governi europei. Difatti i voti che ci sono stati, prima e dopo questa mozione, raccontano che ormai nel Parlamento europeo è più facile formare maggioranze di centrodestra che di centrosinistra, perché si vota sui contenuti. E siccome il centrodestra ha i numeri più alti prevale il suo punto di vista”.
Procaccini insiste nel ribadire la svolta avvenuta nell’ultimo anno. “Quando un anno fa abbiamo detto che le elezioni erano favorevoli al centrodestra hanno minimizzato all’insegna del business as usual. Il centrodestra invece ha guadagnato numeri tali da ottenere delle maggioranze e il Ppe, ovviamente, alla fine si trova a dover scegliere. Se vuol fare una politica più di sinistra vota con la sinistra, se la vuol fare con la destra vota con la destra”. Sul piano dei dossier prioritari, l’eurodeputato evidenzia come le vere faglie politiche non coincidano più con la tradizionale divisione destra-sinistra, ma con le diverse sensibilità tra Paesi. “Patto di stabilità e riarmo sono temi che dividono più i Paesi tra nord e sud o tra ovest e est dove i Paesi baltici hanno chiaramente particolare sensibilità. Il tema davvero rilevante è quello del Green deal, che è stato il punto più catastrofico della scorsa Commissione europea. In questa legislatura stiamo riuscendo almeno a rimuovere gli aspetti più abrasivi e dannosi per famiglie e imprese”.
Aggiornato il 11 luglio 2025 alle ore 13:13