
Il candidato sindaco promette la fine della povertà e brioche gratis
New York trema e freme per il risultato delle primarie del Partito Democratico (quello Usa, non il partito italiano guidato non si sa bene se da Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli di Azione Verdi-Sinistra, o fra’ c. da Velletri). Parliamo delle elezioni del nuovo sindaco della città che “non dorme mai”. Secondo il Washington Post il carneade Zohran Mamdani, è già quasi il nuovo sindaco della Grande Mela. Intanto ha fatto fuori, a forza di promesse di felicità, candidati del calibro di Andrew Cuomo, godendo anche dell’appoggio della deputata Alexandria Ocasio-Cortez, deputata estremamente dem del Bronx, che quasi supera il bimane destra-sinistra Marco Rizzo. Il programma politico di Mamdani è perfetto per i reietti. Peccato che risolva il problema in maniera tale da rammentare le improvvisazioni economiche di Beppe Grillo, uno che di New York se ne intende più di Woody Allen, tanto che nel 1981 realizzò per la Rai il programma Te la do io l’America, che tuttavia non faceva ridere quanto la successiva politica contro la povertà del Movimento 5 stelle.
Mamdani è un figlio della upper class dell’Uganda. La madre è una nota regista cinematografica, il padre è un politologo. Nonostante i genitori di Mamdani, l’Uganda resta una dittatura, ha avuto un macellaio al potere come Idi Amin Dada (il più fenomenale dadaista della Storia?), è una nazione antisemita, e pur crescendo ha livelli di povertà esecrabili secondo gli standard della Cgil. I genitori di Mamdani si trasferirono ben presto a New York, andando a vivere nel quartiere di Queens (sembra quasi una citazione del film Il principe cerca moglie con Eddie Murphy, ma forse l’abitazione dei Mamdani non era un tugurio). Il giovane Zohran si laurea in Studi Africani al Bowdoin College, e poi diventa consulente per la prevenzione dei pignoramenti immobiliari a danno dei latinos o afroamericani che sono piccoli proprietari di appartamenti. Nel 2020 inizia a fare politica attiva, nel solco massimalista di Bernie Sanders.
Il suo slogan è pentastellare: “Abolire il costo della vita” (do u remember “Abbiamo abolito la povertà?”). Il tutto sembra studiato a tavolino, senza criteri economici ma a fini elettorali: Mamdani propone di bloccare gli aumenti nel Rent Guidelines Board di Nyc – l’authority che decide gli aumenti per i 960.000 appartamenti con affitto controllato – Si noti che New York è, con Boston – l’Emilia-Romagna degli Stati Uniti; si noti anche che un milione di appartamenti significa almeno tre milioni di voti. Italia e Stati Uniti: due popoli e una faccia sola.
Forbes ricorda una seconda proposta elettorale di Mamdani: che cinque supermercati, di cui il Comune è già proprietario, vengano aperti in ogni distretto urbano, e siano gestiti direttamente dall’Amministrazione cittadina a prezzi politici. Secondo il candidato piddino, anzi, dem, siccome questi centri di vendita non avrebbero a carico l’affitto e le tasse comunali, allora potrebbero dare cibo e Coca Cola quasi gratis al popolo (inclusi gli straccioni di Times Square?). Su questa proposta in effetti alquanto sovietica si è avventato il miliardario John Catsimatidis, proprietario dei supermercati Gristedes, che ha dichiarato al New York Post l’intenzione di trasferire i suoi punti vendita nel New Jersey, qualora Mamdani diventasse sindaco. E chissà che panico per le massaie di Central park west dover prendere la metro per il New Jersey per fare la spesa. Forse sarebbero costrette a dare un aumento alla “donna guatemalteca che mi aiuta per la spesa”, per il disturbo. Io quasi quasi voto Mamdani.
Un altro punto di programma di Zohar è persino ovvio, dati i tempi: “Arrestiamo Benjamin Netanyahu”. Tutti vogliono la testa del premier israeliano, ma non sono credibili, se poi non chiedono anche la testa di Ali Khamenei, quella di Vladimir Putin, quella di Xi Jinping, quella di Recep Tayyip Erdoğan, quella di Nicolás Maduro, eccetera. Non sono credibili, se sono contro il nucleare civile in Italia e poi neanche pigolano contro il nucleare militare iraniano. I cortei a senso unico finiscono con un ingorgo totale. Mamdani non si ferma alla politica mondiale, offrirà autobus gratuiti e assistenza all’infanzia gratuita. Un test sui trasporti pubblici è già iniziato – sempre con l’amministrazione dem – un anno fa. Pertanto, dopo i trasporti gratuiti, potrebbe arrivare anche un sussidio totale per tutti i bambini, dalle sei settimane ai cinque anni (inclusi quelli della Quinta Avenue?). Io lo voto, Mamdani!
Poi arrivano le proposte per le aziende. La prima, sembra sia la solita proposta da Friedrich Engels e Vladimir Lenin fino a Maurizio Landini: tassare le aziende. Il che ha un handicap: se alzi le tasse, le aziende se ne vanno da un’altra parte o chiudono; l’economia crolla; i prezzi salgono; il lavoro diminuisce. È l’abc dell’economia reale, per non parlare del liberalismo. Il nuovo candidato sindaco dem per la città di New York però propone un correttivo, un poco avulso nella città del gigantismo economico, ma accettabile: Mamdani vuole creare una commissione comunale (un poco sovietico, il sindaco futuribile) atta a promuovere le piccole imprese, con lo scopo di ridurre drasticamente multe, tasse e regolamentazioni per le micro e piccole aziende. A ciò aggiungerebbe un aumento del finanziamento del 500 per cento per i Business express service teams della città che aiutano le aziende con permessi e conformità ai regolamenti.
Zohran insomma va a gonfie vele: sarà populista ma forse è solo un sindaco pop come Roberto Gualtieri, che la chitarra la suona per davvero anche in Campidoglio. Arrivano altre brioche gratis per tutti? Echeccacchio, lo so che è la solita fregnaccia del panem et circenses. Però vuoi mettere l’insalata russa comunale gratis per i poveracci? Io lo voto Zohran Mamdani, mi piace un sacco! E qualora perdesse a New York, lo proporrei a quelli del Nazareno, come futuro nuovo presidente del Consiglio.
Aggiornato il 27 giugno 2025 alle ore 10:11