La Fdd infiamma gli Usa per la guerra contro l’Iran

Quando si affronta la politica internazionale statunitense si dovrebbe tener conto di diversi aspetti che influenzano le scelte dell’amministrazione governativa. I centri di potere che tessono le loro trame sono svariati, sia di natura indigena che esogena, lobby che costituiscono rilevanti finanziamenti per gli Stati Uniti. Per esempio, uno dei più potenti gruppi di interesse a Washington che influenza la politica estera statunitense è rappresentato dall’American israel public affairs committee (Aipac), noto appunto per il significativo sostegno allo Stato di Israele. Come accennato in precedenza, non esiste solo il succitato centro di potere, vi è un altro potente centro di interessi filo israeliano, la Foundation for defense of democracies (Fdd). In sostanza, si tratta di un influente think tank di matrice neo-conservatrice, la cui sede è sita proprio a Washington.

La Fdd agisce dietro le quinte, in modo tanto silente quanto determinante, affinché l’Amministrazione Trump compia delle scelte in politica estera indirizzate verso un’escalation militare tra gli Usa e la Repubblica islamica dell’Iran, in modo sinergico con Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato l’operazione militare Rising Lion che apparentemente ha come obiettivo la distruzione del programma nucleare iraniano, ma nella realtà dei fatti mira, in modo più ambizioso e strategico, al cambio di regime a Teheran, ovviamente cercando di coinvolgere nell’intento gli Stati Uniti. Con gli strumenti più efficaci e subliminali come articoli di giornale, interviste televisive, campagne di sensibilizzazione e una ramificata, nonché intensa, attività di lobbying, la Fdd cerca di promuovere con un’annosa strategia una politica protesa a creare forti pressioni contro l’Iran.

Come ogni influente e determinante think tank, la Fdd ha dimostrato quanto siano potenti i suoi mezzi persuasivi, tant’è che già nel primo mandato di Donald Trump svolse un ruolo decisivo nell’indurre l’amministrazione statunitense a ritirarsi in modo unilaterale dall’Accordo sul nucleare iraniano (Jcpoac), sottoscritto in precedenza dall’Amministrazione Obama. L’inopportuna influenza della Fdd ha causato come conseguenza un’intensificazione delle proprie attività di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran. Secondo quanto riportato dal giornale The Nation, attualmente la Fdd sta spingendo gli Usa affinché adottino delle misure estreme finalizzate alla destabilizzazione interna dell’Iran, cominciando con la strategica e cinica operazione di affamare la popolazione per stimolare un’insurrezione popolare.

A riprova di quanto finora affermato, vi è la condotta intransigente di uno dei massimi esponenti della Fdd, il quale in tutti i modi sta cercando di spingere il presidente Trump a scardinare l’impianto nucleare di Fordow, rilanciando anche la proposta che gli Usa diano a Israele una dotazione di bombe guidate anti-bunker per colpire in modo distruttivo la struttura. Pertanto, l’unica deterrenza prevista è quella militare, finalizzata a causare un’escalation belligerante. Gli esponenti della Fdd a servizio di questa strategia militare sono diversi, cominciando da Merav Ceren, che è stata recentemente nominata membro del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense, dopo essere già stata in precedenza una funzionaria del Ministero della Difesa israeliano. Secondo quanto si evince dal magazine Responsible Statecraft, il ruolo svolto dalla Ceren è direttamente strumentale agli interessi di Israele, minando in tal modo la reale indipendenza degli Usa nelle loro scelte di politica internazionale.

L’inclinazione naturale della Fdd a favore di Israele nasce semplicemente da un fattore prevalentemente economico, in quanto i suoi maggiori finanziatori sono Paul Singer (fondatore del fondo Elliot) e Bernard Marcus (cofondatore della catena Home Depot), entrambi attivisti per le politiche a favore di Israele, anche riguardo alle sue posizioni più dure. Senza i flussi finanziari generati dai suddetti imprenditori, il think tank in oggetto non potrebbe ricoprire una posizione così costante e influente all’interno dell’Amministrazione di Washington.

Al postutto, nel contesto internazionale attuale, sempre maggiormente instabile, è legittimo domandarsi se le politicheincendiarie” stimolate dalla Fdd, le quali sembrano rispondere più a degli interessi alieni agli Usa e a tutto l’Occidente, sconvolgeranno ulteriormente il già precario equilibrio in Medio Oriente oppure saranno risolutive per sconfiggere definitivamente un pericoloso governo islamico che minaccia le sorti del mondo occidentale con il suo approvvigionamento nucleare.

Aggiornato il 18 giugno 2025 alle ore 09:32