
Gaza ormai è un fronte secondario. I missili, da venerdì scorso, solcano il cielo frapposto tra Iran e Israele. E l’Ayatollah Ali Khamenei è stata spostata in un bunker segreto. La guida suprema dell’Iran si trova insieme a tutta la sua famiglia nel rifugio di Lavizan, affermano persone vicine al leader religioso e politico. Una fonte diplomatica, citata da agenzie internazionali, sostiene che Israele avrebbe deliberatamente evitato di colpire Khamenei nella notte d’apertura dell’operazione, “per dargli un’ultima possibilità di abbandonare completamente il suo programma di arricchimento dell’uranio”. Nel solo arco della giornata di ieri, almeno 14 scienziati nucleari iraniani sarebbero stati uccisi. Alcuni sono morti in seguito a esplosioni di autobombe, come riportato da Reuters da due fonti del Golfo e rilanciato dal Guardian. L’agenzia statale iraniana Irna ha confermato l’esplosione di cinque ordigni piazzati a Teheran, successivamente ai raid aerei che l’antiaerea iraniana avrebbe respinto “con successo”.
In risposta, l’Iran ha lanciato almeno 50 missili balistici contro obiettivi in territorio israeliano. E non tutti sono stati intercettati. Il bilancio degli attacchi condotti da Teheran è drammatico. Secondo i numeri pubblicati dall’ufficio di Benjamin Netanyahu, il numero complessivo delle vittime nello Stato ebraico da venerdì scorso sarebbe salito a 24 morti. E almeno otto i decessi nelle ultime 24 ore, così divisi: tre persone a Haifa, crollate sotto il peso delle macerie – secondo quanto comunicato dal sindaco Yona Yahav – e cinque nel centro del Paese. Le persone ferite sarebbero almeno 592, di cui 10 in condizioni critiche, 36 moderate e 546 lievi. Dall’inizio delle ostilità sono stati lanciati su Israele 370 missili balistici, dei quali 30 avrebbero raggiunto gli obiettivi designati.
Sul piano militare, Israele ha rivendicato l’intercettazione di otto droni iraniani lanciati stanotte da Teheran, grazie all’intervento delle navi lanciamissili della Marina militare. Per la prima volta, l’intercettazione è avvenuta impiegando il nuovo sistema di difesa aerea “Barak Magen”. L’esercito ha confermato che alcuni dei droni sono stati neutralizzati mediante missili intercettori LRAD, integrati nel sistema installato sulle unità navali Sa’ar 6. Complessivamente, l’Idf conta di aver abbattuto circa 25 velivoli senza pilota dall’inizio dell’operazione, tutti ritenuti potenzialmente letali per la popolazione civile.
Sul fronte interno, le autorità iraniane hanno dato il via a una vasta operazione repressiva. Esmail Fekri, arrestato con l’accusa di spionaggio e sabotaggio a favore di Israele, è stato giustiziato. Le imputazioni: Moharebeh (lotta contro Dio) e “corruzione sulla terra”. Nella provincia settentrionale di Semnan, la polizia ha arrestato 21 persone accusate di aver “sostenuto” Israele attraverso la diffusione di contenuti favorevoli su piattaforme digitali, secondo quanto riportato dall’agenzia Tasnim. A Yazd, invece, cinque individui sono stati fermati per aver ripreso e condiviso filmati di infrastrutture sensibili. Le autorità informatiche iraniane hanno lanciato un monito alla popolazione: qualsiasi forma di sostegno agli attacchi israeliani online sarà punita con pene detentive da sei a 12 anni. Intanto, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha rivolto un appello all’unità nazionale. “Ogni differenza, questione e problema esistente deve essere messa da parte oggi e dobbiamo opporci con forza a questa aggressione criminale e genocida con unità e coerenza”.
LA TURCHIA INTENSIFICA GLI SFORZI PER LA PACE
L’instabilità cresce esponenzialmente, e Ankara vorrebbe evitare un Medio Oriente vicino e in guerra totale. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha intensificato i contatti diplomatici nel tentativo di frenare un conflitto che, oltre a minacciare l’equilibrio geopolitico, pone anche un concreto pericolo ambientale. Alcuni impianti nucleari iraniani si trovano infatti a breve distanza dal confine turco e sarebbero finiti nel mirino israeliano. Sabato sera, Erdoğan ha avuto un colloquio telefonico con il presidente statunitense Donald Trump, durante il quale ha dichiarato che la Turchia “è pronta a fare tutto il possibile” per fermare l’escalation. Poco prima, il leader turco aveva già contattato il presidente iraniano Pezeshkian per un aggiornamento diretto sugli sviluppi e per porgere le condoglianze per le vittime. Ankara ha condannato l’attacco israeliano come “barbaro e selvaggio”, e Erdoğan ha suggerito che la scelta del momento non sia stata casuale.
Israele ha attaccato “in un momento in cui i colloqui tra Usa e Iran per il nucleare potevano avere una svolta e quando la pressione per Gaza si era intensificata”, ha commentato il presidente, la cui postura verso Israele è ben conosciuta. La linea turca è stata ribadita anche in colloqui separati con il sultano dell’Oman, Haytham bin Tariq Al Said, e con il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. Durante quest’ultima conversazione, Erdoğan ha definito Israele “la più grande minaccia per la stabilità di tutta la regione” e ha esortato a “fermare il conflitto al più presto”, esercitando maggiore pressione sia sugli Stati Uniti sia sul governo israeliano.
FORZE DI DIFESA CONTROLLANO I CIELI DI TEHERAN
L'aeronautica militare dello Stato ebraico “controlla i cieli di Teheran. Siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri due obiettivi: eliminare la minaccia nucleare ed eliminare la minaccia missilistica”. Così ha esordito Netanyahu nella sua visita alla base aerea di Tel Nof. Con lui il ministro della Difesa, Israel Katz, e il capo di Stato Maggiore, Eyal Zamir. “Siamo sulla strada della vittoria, e questo risultato lo stiamo ottenendo grazie ai nostri eroici piloti e al nostro meraviglioso personale di terra, che sta svolgendo un lavoro straordinario”, ha aggiunto il premier. E il portavoce dell'Idf, Effie Defrin, ha anche reso noto che è stato “distrutto un terzo dei lanciamissili del regime iraniano. Più di 50 aerei da combattimento e velivoli hanno effettuato attacchi e distrutto oltre 120 lanciamissili terra-terra”, ha detto Defrin, sottolineando che ciò equivale a un terzo dei lanciamissili terra-terra in possesso di Teheran.
Aggiornato il 16 giugno 2025 alle ore 15:38