
Battere il nemico con gli strumenti e il linguaggio del nemico. Nell’era della standardizzazione forzata, la lotta politica non deve vergognarsi di sporcarsi le mani. E sporcarsi le mani significa che dell’avversario vanno studiati i punti forti, non quelli deboli. Da qui ad agosto accadrà un fatto che in sé potrà essere assolutamente irrilevante, ma che se andrà in un certo modo potrebbe avere risvolti interessanti nella politica inglese, e quindi europea, e soprattutto nella struttura stessa del linguaggio con cui la sinistra globalista dialogherà con i cittadini. È il caso, come segnalato dal Guardian, di Zack Polanski che, forse in coerenza con un cognome che è tutto un programma, sta preparando il colpo di teatro per depotenziare, se non addirittura sconfiggere, il vero grande ostacolo della sinistra arcobaleno.
Polanski è vice presidente nazionale dei Verdi di Inghilterra e Galles dal 2022 e membro dell’assemblea di Londra, che controlla l’operato del sindaco di Londra e ha il potere, con una maggioranza qualificata dei due terzi, di emendare il bilancio annuale del sindaco. Nelle prossime settimane sfiderà i due leader del partito, Carla Denyer e Adrian Ramsay, che considera inadeguati per l’ascesa dei verdi in Gran Bretagna, nonostante abbiano portato il partito al suo miglior risultato elettorale di sempre alle elezioni generali dello scorso anno, conquistando quattro seggi. Certamente un buon lavoro, riconosce Polanski, aggiungendo però che ormai il duello vero non è contro laburisti e conservatori. Il nemico è Reform Uk, il partito di Nigel Farage, cioè quel signore che la sera del famoso referendum era contento come se gli avessero detto che il suo Paese sarebbe uscito dall’Unione europea. E siccome Gianni Agnelli, uno che a Londra era di casa, diceva che lo stalliere del re doveva conoscere tutti i ladri di cavalli (riferito a Luciano Moggi?), ecco l’intuizione dell’animale politico (di razza) che vuole farsi re. “La gente ha chiuso con i due vecchi partiti e ci troviamo in questo momento pericoloso in cui Nigel Farage è assolutamente pronto a colmare quel vuoto”, ha detto Polanski al Guardian.
Per battere Reform Uk, che ancora nei giorni scorsi ha ottenuto nuovi successi elettorali a livello locale, osserva “non dovremmo mai trasformarci in Nigel Farage”. Ma?!? “Ma ci sono cose che possiamo imparare in termini di chiarezza nel parlare con le persone. C’è un vuoto in politica, dove non siamo audaci come potremmo. Essere ragionevoli e professionali sono buone qualità. Ma non credo che dovrebbero essere le qualità centrali”. E quindi? Polanski dice di non credere che in Gran Bretagna ci siano più persone che sono d’accordo con le idee di Reform Uk rispetto a quelle che si fanno convincere dai verdi, poiché “quando si sondano le nostre idee vediamo che spesso sono le più condivise, e noi siamo il partito più apprezzato. Allora perché la gente non si iscrive?”.
Infatti, i tesserati al partito ecologista sono circa 60mila, mentre Farage è riuscito a fidelizzare, per ora 220mila persone. E proprio questa enorme differenza negli iscritti che necessità un cambio di direzione. Quale? “Non siamo abbastanza visibili. Non voglio vedere la nostra iscrizione crescere gradualmente. Voglio vederci diventare un movimento di massa. C’è qualcosa di particolare nell’eco-populismo: bisogna ancora basarsi su prove concrete, scienza e dati, e non perderli mai, ma occorre anche saper raccontare una storia davvero potente”. E magari saper pure vendere i frigoriferi agli eschimesi. L’importare è carpire il segreto dei segreti. Scendere sullo stesso terreno dell’avversario (continuando naturalmente a evitare la domanda delle domande: ma perché questi populisti rompono così tanto le scatole da 25-30 anni? Che sarà successo di così importante negli ultimi tempi?). L’imperativo di Polanski è cavalcare, proprio come fanno i populisti, la già forte disillusione, a meno di un anno dalla vittoria alle elezioni, degli inglesi nei confronti del governo laburista, che per ora per contribuisce solo ad alimentare il consenso verso il partito di Farage.
“Se si cercasse di creare le circostanze per l’ascesa dell’estrema destra, si farebbe esattamente quello che sta facendo ora Keir Starmer, ovvero proteggere la ricchezza e il potere dei super ricchi”. E che altro dovrebbe fare, invece, per favorire l’ascesa dell’eco populism? Il problema è che i temi ambientali, anche se venissero declinati in una potente narrazione allarmistica da fine del mondo, come già del resto avviene, o finalizzata a trovare un capro espiatorio globale dell’agonia ecologica, non sembrano poter provocare uno spostamento epocale della “massiccia disillusione” verso il Partito Verde. Anche perché agli occhi di chi ha perso il lavoro a causa della decisione della sua azienda di esternalizzare in Polonia, in India o in Messico, l’immagine del super ricco è colui che ha la macchina elettrica da 70mila euro e la villa con impianto fotovoltaico.
Comunque, Polanski assicura che ci proverà a cambiare la natura del suo partito, fuori del quale, tuttavia, è ancora poco conosciuto, dicono gli osservatori. Però, sembra essere sempre più “utilizzato” nei rapporti con i media. Forse perché il suo passato da studente di recitazione e da attore teatrale potrebbe essere molto utile (dopo Ronald Reagan e Volodymyr Zelensky, hai visto mai…) nella seduzione delle masse e nella sfida al ticket Denver-Ramsey. Le premesse, tuttavia, non sembrano esaltanti. Nel 2013, racconta il Guardian, il Sun pubblicò un articolo in cui si raccontava che Polanski, all’epoca ipnoterapeuta, aveva promesso di usare quella tecnica per cercare di ingrandire il seno di una cliente. Polanski affermò che l'idea era venuta alla cliente, che poi si rivelò essere una giornalista del Sun, e che non le aveva chiesto alcun compenso. Aggiunse che, più che un ingrandimento letterale, il processo aveva lo scopo di aiutare a migliorare l’immagine corporea. Dodici anni dopo, Polanski, si assume la piena responsabilità: “Sono un adulto e posso scegliere cosa fare e cosa non fare. Mi sono già scusato e confermo le mie scuse”.
Ipnoterapia di massa per battere Farage. Il populismo di sinistra, si rifà il trucco, e pure le tette, e diventa eco per fermare Mister Brexit. Cosa mai potrà andare storto?
Aggiornato il 08 maggio 2025 alle ore 09:50