Israele: tratteremo Iran come Hamas

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Hamas e Teheran per lo Stato ebraico sono la stessa cosa. Lo ha chiarito con parole nette il ministro della Difesa, Israel Katz, che ha minacciato apertamente i vertici della Repubblica islamica. “Siete direttamente responsabili. Quello che abbiamo fatto a Hezbollah a Beirut, ad Hamas a Gaza, ad Assad a Damasco, lo faremo anche a voi a Teheran”, ha dichiarato in un comunicato ufficiale, pochi giorni dopo l’attacco missilistico dei ribelli yemeniti Houthi – alleati di lungo corso dell’Iran – contro l’aeroporto di Tel Aviv. Katz ha parlato di un punto di non ritorno: “Avverto i leader iraniani che finanziano, armano e sfruttano l’organizzazione terroristica Houthi: il sistema per procura è finito e l’asse del male è crollato”. Un messaggio diretto, che arriva mentre si moltiplicano i segnali di escalation nella regione.

A Londra, intanto, la tensione si è trasferita sul fronte della sicurezza diplomatica. La polizia britannica avrebbe sventato un attentato ai danni dell’ambasciata israeliana. Lo ha confermato la Bbc, riprendendo le anticipazioni del Times basate su fonti investigative. Cinque uomini – con età comprese tra i 24 e i 46 anni – sono stati arrestati sabato scorso con l’accusa di aver pianificato un attacco contro “un luogo specifico”, identificato dai media britannici nella sede diplomatica israeliana a Kensington, Londra. Il governo iraniano ha immediatamente preso le distanze. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha negato ogni coinvolgimento di Teheran, ribadendo la posizione ufficiale: “L’Iran respinge categoricamente e senza mezzi termini qualsiasi coinvolgimento in tali azioni e conferma di non essere stato informato di alcuna accusa tramite i canali diplomatici appropriati”, ha scritto su X.

Nel frattempo, sul terreno mediorientale, l’offensiva dell’esercito israeliano si intensifica. Le Forze di difesa hanno lanciato nuovi raid aerei nel sud del Libano, prendendo di mira posizioni di Hezbollah nella zona del castello di Beaufort, da cui – secondo lo Stato maggiore – partivano razzi diretti verso Israele. Gli attacchi, ha riferito un portavoce militare, hanno colpito miliziani, armamenti e infrastrutture sotterranee. Il sito, definito “parte di un progetto sotterraneo strategico”, è stato messo fuori uso. “L’esistenza del sito e le attività al suo interno rappresentano una grave violazione delle intese tra Israele e Libano”, ha affermato il portavoce, sottolineando la natura militare e offensiva delle installazioni colpite. In questo clima di crescente instabilità, resta irrisolto il caso dei tre ostaggi – un israeliano e due stranieri – di cui non si hanno notizie da settimane. Secondo quanto riferito da una fonte vicina al dossier e citata da Ynet, le autorità temono che i tre possano non essere più in vita. Le famiglie sono state informate. “Qualsiasi informazione rilevante in possesso dell’Unità per i rapiti e le persone scomparse viene trasmessa alla famiglia da un agente dei servizi segreti. I contatti con i parenti degli stranieri vengono effettuati costantemente tramite le ambasciate dei Paesi interessati”, ha precisato la fonte.

Aggiornato il 08 maggio 2025 alle ore 15:56