
Sassolini di Lehner
Illustre procuratore Nicola Gratteri, noto esperto di mafie e narcotraffico, mi permetto di indirizzarle qualche mia ingenua domandina. Non a proposito delle sue iperboliche e discutibili critiche alla separazione delle carriere, consolidata tradizione in Paesi certamente liberaldemocratici e civili, eredi del diritto romano e non, come il nostro, eredi dell’Inquisizione e della tortura per strappare confessioni. Nei Paesi che godono del giudice neppure lontano parente dell’accusatore, per condannare servono prove e non dubbi o pregiudizi. La separazione delle carriere, del resto, vige da sempre nei fortunati territori, che, fra l’altro, non hanno dovuto respirare 20 anni di fascismo e mezzo secolo di Pci. Evitando di polemizzare con la sua posizione che ritengo maldestramente motivata, le porgo, invece, un quesito a proposito della domanda e dell’offerta, ad esempio, di cocaina.
Esimio Gratteri, non pensa che, fino a quando il consumatore di droghe non sarà perseguito penalmente nella stessa misura, se non peggio, degli spacciatori grandi e piccoli, sarà impossibile debellare le variegate famiglie di trafficanti. cioè la criminalità organizzata alimentata e rinvigorita propria dalla affezionatissima clientela? Vengono alla mente certi innevati divi di Hollywood che si intrattenevano amichevolmente con il signore della droga, il messicano Joaquin Archivaldo Guzmán Loera, detto El Chapo. Eppure, nessuno li costrinse a seguire in galera il loro amato e benemerito fornitore. Non ritiene, inoltre, che quanti, in abiti civili o togati, appartenenti alle istituzioni, ai Poteri, agli Ordini ed agli Albi, siano soliti innevarsi non dovrebbero giammai ergersi pubblicamente a difensori della legalità, essendo di fatto complici dei mafiosi? In un mondo dominato dall'ipocrisia, vengono sanzionati e, talora, demonizzati – vedi la triste vicenda di Marco Pantani beccato con la cocaina – gli atleti che fanno uso di sostanze proibite, grazie alle quali prevalgono sui concorrenti onesti e puliti. Eppure, lo stesso metro di giudizio dovrebbe essere coerentemente utilizzato per quanti artisti, professionisti, showman, cantanti, attori, registi, eccetera. i quali ottengono performance superiori, rispetto a colleghi che si fanno soltanto di aranciate, chinotti e acque minerali.
Infine, stimato Gratteri, ringraziandola per le informazioni che fornisce attraverso la trasmissione Lezioni di mafie (La7), oso aggiungere che le sue pur magistrali analisi e dissertazioni rimangono a livello di ottima letteratura fine a se stessa, giacché l’offerta di cocaina, morfina e derivati non potrà mai non dico cessare, ma nemmeno diminuire, visto che gli acquirenti sembrano essere in costante aumento. Le sue lezioni temo, anzi, che possano servire soltanto a ingrossare le fila degli improbabili professionisti dell’antimafia e degli eterni marciatori affetti da moralismo con annesso forcaiolismo. Lei potrà arrestare centinaia di mafiosi e far sequestrare tonnellate di droghe, ma alla fine il suo generoso ingaggio risulterà inutile, esattamente come l’impegno di chi sia intento a prosciugare l’oceano attraverso una tazzina di caffè.
La ringrazio, peraltro, per una notizia davvero succosa: i grandi spacciatori latino-americani sono soliti cedere le partite di droga alla ‘ndrangheta senza richiedere l’immediata contropartita in denaro e, nel caso di sequestri, sono pronti a inviare in sostituzione una pari quantità di stupefacenti. Il pagamento posticipato e la fiducia dei boliviani o dei messicani nei confronti della ‘ndrangheta illustra perfettamente la certezza dello smercio facile e immediato. La sua tenacia investigativa, famoso Gratteri, conseguirebbe ben altri risultati, se potesse indagare e perseguire non solo chi offre, ma anche chi domanda. Grazie dell’attenzione, sperando che possa trovare il tempo per riflettere sulle mie ingenue domandine.
Aggiornato il 26 settembre 2025 alle ore 10:25