La paura fa west nile

Dopo la follia del Covid-19, dove oscuri personaggi col camice bianco hanno raggiunto una enorme notorietà, oltre a lauti ritorni economici, di quando in quando riparte la macchina del terrore virale. Quest’anno la campana dallarme, a beneficio di tutti gli ipocondriaci di questo disgraziato Paese, è scattata per un virus endemico da un paio di decenni: il cosiddetto west nile. Malgrado, così come accaduto per lo stesso Covid-19 (sebbene questo dato è ancora sconosciuto per molti italiani), i pochi decessi accertati riguardano persone anziane e con gravi patologie pregresse, su gran parte di giornali e tivù è ripartita la conta dei morti. Mentre scrivo, l’ultimo aggiornamento parla di 13 decessi e 89 casi accertati dall’inizio dell’estate. Cifre assai piccole se consideriamo che in Italia ogni giorno muoiono circa 1.700 persone.

Ora, sottolineando che si ripete l’espressione “morto per” e non, come sarebbe più appropriato, “morto con”, questi numeri sembrano francamente scritti sull’acqua, sebbene si continua a raccontare che l’Italia è il Paese europeo con la più alta diffusione del virus. Tutto questo senza però spiegare che non esiste alcun criterio per dare un appiglio concreto agli stessi numeri, anche in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza delle persone, ovvero gli immunocompetenti, sono del tutto asintomatici. Eppure, tornando al tema dell’allarmismo, domenica scorsa tutti i canali televisivi d’informazione riportavano ossessivamente nei sottotitoli questa notizia: “quarta vittima del west nile nel Lazio, aveva 93 anni”. Per la cronaca i prime tre erano, rispettivamente, una donna di 82 anni di Nerola, un uomo di 77 anni residente a Isola Liri, soggetto fragile con diverse patologie, e un uomo di 86 anni di Latina, anch’esso affetto da gravi patologie pregresse.

Non è ovviamente di questo parere Roberto Burioni, il virologo dei vaccini per antonomasia. “Sottovalutando, minimizzando, dicendo che è una malattia lieve o che muoiono solo quelli già malati (non è vero) il problema non se ne andrà da solo”, attacca lo scienziato pesarese con un post su Facebook a proposito del west nile. “Se la situazione dovesse peggiorare – conclude con tono savonarolesco – insieme ai malati anche il turismo pagherebbe un prezzo carissimo”. Ma per fortuna di tutti, si ha l’impressione che gli italiani si siano ampiamente vaccinati contro il terrore virale, avendolo subito in tutti i modi possibili nei lunghi anni della pandemia, e che, proprio per questo, non sembrano più propensi ad ascoltare le fosche profezie di Burioni e soci.

Aggiornato il 05 agosto 2025 alle ore 09:52