
“La morte è la soluzione di tutti i problemi: nessun uomo nessun problema”. Questa è una famosa frase attribuita a Iosif Stalin, uomo al vertice di una spietata dittatura che causò decine di milioni di morti. Le cose sono ovviamente cambiate in Russia dai tempi oscuri e tragici delle purghe staliniane. Tuttavia la scomparsa di Roman Starovoyt, ex ministro dei Trasporti trovato morto nella sua auto poche ore dopo che Vladimir Putin lo aveva licenziato con un decreto presidenziale, mi ha riportato alla mente, chissà perché, la cinica frase del cosiddetto uomo d’acciaio. Sebbene gli investigatori accorsi sul posto ritengano il suicidio l’ipotesi più probabile, la morte sospetta di Starovoyt segue, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, una lunga serie di decessi riguardanti importanti imprenditori e funzionari pubblici.
“Almeno sei di questi – come riporta un dettagliato articolo pubblicato su ilPost.it – presunti suicidi riguardano dirigenti di grandi aziende energetiche statali come Gazprom, Novatek e Lukoil. Nel settembre del 2022 Ravil Maganov, il presidente del Consiglio di amministrazione di Lukoil, cadde da una finestra di un ospedale di Mosca dove era stato ricoverato per un infarto: era stato l’unico manager di una compagnia petrolifera russa a criticare l’invasione russa dell’Ucraina. Nel 2023 caddero dai piani alti dei palazzi in cui vivevano sia Kristina Baikova che Marina Yankina, rispettivamente vicepresidente della Loko Bank e funzionaria del Ministero della Difesa”.
A tutto questo, poi, dobbiamo aggiungere il tragico destino che ha colpito parecchi oppositori dell’attuale regime, tra questi i giornalisti Anna Politkovskaja e Aleksandr Litvinenko e Aleksej Naval’nyj, capo di un partito di opposizione condannato ad una lunga pena detentiva e morto ufficialmente in carcere per aritmia cardiaca. A questo punto le cose sono due: o come tanti pensano in Russia vige una sistema che ben poco ha a che vedere con i nostri imperfetti sistemi democratici, nei quali chi contesta al massimo può rischiare una querela per diffamazione, oppure anche in questo caso la responsabilità ricade sui cattivoni occidentali che, dopo aver creato i presupposti per l’invasione dell’Ucraina, farebbero di tutto per screditare l’immagine dell’attuale Governo russo. Ai soliti odiatori antioccidentali in servizio attivo permanente l’ardua sentenza.
Aggiornato il 08 luglio 2025 alle ore 10:27