Si vis pacem, para culum

Sassolini di Lehner

Sky, talora, una sorta di Pravda ritardata, dove si celebrano anche impudenti filmati apologetici su Enrico Berlinguer, quello della questione morale, mentre esigeva sempre più dollari da Leonid Brežnev. Ebbene, sempre su codesta Pravda fuori tempo massimo, sussiste l’incubo di Stefano Bicocchi, alias Vito, insieme al padre Roberto, la mamma Paola e il nipote Lorenzo. Tutti e quattro ci spiattellano ogni giorno le loro grasse ricette bolognesi. Nulla di male, benché la troppa cucina in tivù ormai disgusti e nausei, se non fosse per un non dovuto riferimento culinario a Palmiro Togliatti, tanto per rimarcare che Vito e i suoi ci tengono a vantare l’immarcescibile marchio stalino-togliattista del territorio. Da umile storico, peraltro non estraneo ai segreti dei cuochi onesti e liberaldemocratici, vorrei suggerire a Vito e ai suoi di ripercorrere le dosi della ricetta del tipico sanguinaccio alla Togliatti. Ecco gli ingredienti: carne fucilata di oltre mille socialisti, comunisti ed anarchici italiani, più la pelle e le ossa di circa 4mila ebrei polacchi assassinati, il fegato spappolato di un centinaio di ebrei tedeschi, spezzatino di migliaia di spagnoli fatti rosolare dal cuoco Palmiro, chef agli ordini della Lubianka, per macellare non i franchisti, bensì i trockisti.

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Nel panorama dei tuttologi sinistroidi nessuno batte Romano Prodi riguardo all’impudenza. La faccia come il lato “B” gli fa dire senza vergogna: “Donald Trump è un cinico autoritario, per il quale il diritto non vale più”. Non gli sembrò “un cinico autoritario” il pazzo furioso Valentin Pavlov, che nell’agosto 1991 capeggiò il putsch per restaurare il bolscevismo. Prodi, anzi, fu l’unico al mondo ad applaudire il colpo di Stato, con tanto di lodi a Pavlov. Donald Trump è stato eletto democraticamente dalla grande maggioranza degli elettori statunitensi, ma il dato non farebbe più testo, perché da quando a vincere le elezioni non sono più loro, le famigliole della Ztl mantenute da Pantalone, la sovranità popolare non vale. Lo conferma Michele Serra, a causa del quale ho ricevuto una querela per diffamazione aggravata da parte dell’Aai (Associazione asini italici). Ho già chiesto scusa agli innocenti somari, avendoli accomunati ai ragli di Michele Serra, l’intellettuale organico alla somaraggine reale, avendo posizionato spavaldamente la Rupe Tarpea a Sparta. Eppure, il ciuco di nome Michele, che piace molto, non a caso, allo scappato da casa umiltà, Roberto D’Agostino, osa insolentire Donald Trump e con lui la cornice liberaldemocratica, la cattivona che punisce i parassiti rossi, a cominciare dai cinematografari strapagati per produrre ideologia e il nulla. Scrive il nostalgico delle “democrazie popolari”: “Trump… Un pazzo, si direbbe, non fosse che questa pazzia è l’espressione ultima (speriamo non esiziale) della democrazia e del favore popolare. Trump non come nemico della democrazia, ma come sua espressione finale: ci si pensa raramente ma forse ci si sbaglia. L’ipotesi è che la democrazia, vecchia e sfinita, lo abbia scelto come esecutore della sua eutanasia”. Insomma, la democrazia non si sente tanto bene, anzi defunge, se non vincono loro. Pol Pot ebbe, dunque, ragione a massacrare più di un quarto della popolazione cambogiana, sospettata di poter ragionare con la propria testa e non con i neuroni psicotici dei comunisti francesi, capaci di trasformare in mostro assetato di sangue Saloth Sâr, alias Pol Pot, uno che poco prima era un pacifico buddista.

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Di contro a Guido Crosetto, uscito a pezzi dal Bellum Vannacciarum, di contro agli euro-idioti guerrafondai, Trump ha capito che più armamenti corrispondono a pace mai. Si dirà Vis pacem para culum, ma l’astuzia trumpiana merita considerazione e rispetto. Mentre Crosetto minaccia altre inutili sanzioni alla Russia, il presidente statunitense sa che per salvare migliaia di vite ucraine e russe la ricetta consiste nel non inviare altre armi a Kiev. Cinismo? Certo, ma è più ragionevole e sensato della balla secondo la quale Vladimir Putin si appresterebbe ad invadere mezza Europa. Del resto, mentre i dem americani sono adusi al conflitto sempre e dovunque, Donald si avvia a chiudere la stagione delle stragi anche in Medio Oriente.

Aggiornato il 04 luglio 2025 alle ore 09:48