
Personalmente, sento di appartenere da sempre a quel tipo di osservatore orientato politicamente, ma sempre pronto a sostenere tesi e proposte che considero importanti per il Paese, da qualsiasi partito esse provengano. Per tale motivo mi auspico da tempo che l’attuale maggioranza venga incisivamente incalzata da una opposizione ragionevolmente seria e responsabile. Niente a che vedere con quella che si è esibita mercoledì scorso alla Camera, nel corso del premier time, dando vita a un inguardabile spettacolo circense, culminato con il numero a sensazione di Riccardo Magi, segretario di +Europa, in versione fantasma come, d’altro canto, sembra ambire ad esserlo anche sul piano del consenso politico.
Ma battute a parte, il fuoco di fila di scomposte critiche nei confronti di Giorgia Meloni, arrivate a raffica dai due principali leader del cosiddetto campo largo, ha sostanzialmente ribadito che questa opposizione, non avendo uno straccio di proposte spendibili da presentare al Paese, si muove su un doppio binario comunicativo: da un lato si accusa l’Esecutivo di star mandando il sistema sociale ed economico alla deriva, e dall’altro lato si pretende che sul complesso piano della politica estera chi lo guida, la presidente del Consiglio, si esprima con parole ed espressioni suggerite dalla stessa opposizione.
Tant’è, per fare un esempio calzante, che su ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è bastata la presa di distanza della Meloni rispetto alla decisione di Benjamin Netanyahu di entrarvi con la forza. Il suo “non abbiamo condiviso diverse scelte e non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori” è stato bocciato senza appello dai sinistri sacerdoti della verità e del bene assoluto, i quali avrebbero preteso parole di esplicita condanna. Difatti, come sigla finale di questo surreale teatrino, Giuseppe Conte ha invitato tutti i parlamentari ad alzarsi in piedi per “condannare in silenzio lo sterminio di Gaza”. Ovviamente lo hanno seguito solo i deputati del campo largo, mentre i membri del Governo e i parlamentari della maggioranza sono rimasti seduti ai loro posti. Sarebbe stato veramente assurdo che questi ultimi avessero accolto l’appello vergognosamente strumentale dell’avvocato del popolo, accettando in questo modo di farsi dettare la linea dal capo degli scappati di casa a 5 stelle.
Malgrado ciò, la scontata impassibilità della maggioranza ha scatenato l’ira funesta degli oppositori, i quali al segnale di “Giuseppi” hanno letteralmente scatenato l’inferno, gridando a squarcia gola: vergogna, vergogna! Tutto questo mi ha ricordato una esilarante scena del film Don Camillo e l’onorevole Peppone, interpretata da un magistrale Gino Cervi. Svegliandosi di soprassalto durante una agitata seduta parlamentare, il nostro, senza avere la più pallida idea della discussione in corso, si alza in piedi gridando: “Fascisti, fascisti! Voi siete i responsabili della situazione. Dove eravate voi quando noi facevamo l’Italia, mentre eravamo in montagna?”
Non credo ci sia molto altro da aggiungere.
Aggiornato il 16 maggio 2025 alle ore 12:38