Un papa promettente

Dopo un papa apertamente pauperista e anticapitalista – cosa piuttosto insopportabile per un liberale – ne arriva uno piuttosto promettente, almeno per come si è presentato. D’altro canto, Robert Francis Prevost, alias Leone XIV, viene considerato da molti osservatori un pragmatico; quindi abbastanza in linea con la cultura del suo Paese di provenienza: gli Stati Uniti d’America. Sta di fatto che, almeno a pelle, mi è sembrato un uomo estremamente consapevole del grande peso che si è trovato a portare sulle spalle, esprimendo nei gesti e nello sguardo un livello di umanità che non avevo scorto nei suoi ultimi tre predecessori. Il mio modesto auspicio di semplice spettatore delle cose del mondo è quello di un pontificato che non demonizzi la base fondamentale della nostra prosperità, ovvero la ricerca del profitto, coniugandolo con gli aspetti solidaristici della Chiesa cattolica.

Anche perché, vorrei aggiungere, senza la ricerca del proprio, legittimo interesse personale risulta poi arduo destinare una parte delle risorse prodotte alla cura e al sostegno degli ultimi. Tutto questo, sempre al livello di auspicio, dovrebbe riequilibrare l’inclinazione del messaggio politico espresso a piene mani dal papa argentino, chiaramente rivolto alle istanze più vicine alla cultura progressista. In tal modo, adottando una visione della Chiesa cattolica universale realmente inclusiva, il nuovo papa eviterebbe il rischio, così come accaduto a Jorge Mario Bergoglio, di essere arruolato, a sua insaputa, nelle truppe cammellate di questo o di quel partito di sinistra. Staremo a vedere.

Aggiornato il 09 maggio 2025 alle ore 09:43