Golden power: decisione tecnica o capriccio politico?

La storia del golden power: da strumento focalizzato per tutelare gli “asset strategici” a potere discrezionale del governo

Il golden power consente al governo di intervenire in maniera del tutto arbitraria nelle operazioni societarie: è probabile che cadrà sotto la scure della Corte di giustizia europea. Ne discute l’avvocato Francesco Morroni nel Briefing Paper “Golden power: alta amministrazione o politica?”.

Lo studio prende lo spunto dal ricorso presentato da Unicredit contro le prescrizioni imposte dal governo in relazione all’offerta pubblica di scambio precedentemente presentata su Banco Bpm. Si tratta solo dell’ultimo - e forse più estremo - caso di utilizzo dei poteri speciali nell’ambito di operazioni che, qualunque valutazione se ne dia, difficilmente possono presentare criticità per la sicurezza nazionale, il presupposto teorico del golden power. Spiega Morroni: “Il problema risiede nell’estensione del controllo giudiziale. A tal proposito, si potrebbe prevedere - quantomeno per operazioni intra-U.E. - una specifica ipotesi di giurisdizione di merito, similmente a quanto avviene in Francia. Il caso Unicredit, in questo senso, costituirà un importante banco di prova, per verificare la tenuta del sistema. Quello che è certo è che l’incertezza venutasi a creare nel sistema comporta un’esposizione rilevante dell’imprese all’alea delle decisioni governative; il che, unito alla difficile giustiziabilità delle decisioni, inevitabilmente depotenzia la libera circolazione dei capitali, anche alla luce delle differenze tra i vari ordinamenti giuridici degli Stati membri dell’Ue”.

Aggiornato il 11 novembre 2025 alle ore 10:02