
Antitrust letteralmente significa “norma, provvedimento diretti a tutelare la libera concorrenza e ad impedire pratiche monopolistiche”. L’acquisizione da parte di una banca (Unicredit) di un’altra azienda di credito (Bpm) che operano sul “mercato” della raccolta del risparmio, dell’erogazione del credito e della gestione dei servizi di gestione dei patrimoni mobiliari aumenta o diminuisce la concorrenza tra gli istituti di credito? È ovvio che meno operatori esistono sul mercato, minore sarà la possibilità di scelta degli utenti degli indispensabili servizi bancari. L’eccesiva integrazione verticale e le fusioni tra banche che si sono verificati in Italia negli ultimi 30 anni hanno reso il sistema bancario italiano un oligopolio privato di fatto che, certo, non avvantaggia i risparmiatori e le imprese. Per i burocrati europei il Golden Power così come è stato normato in Italia è contro le norme della Ue.
Nella lettera inviata all’Italia firmata dalla “liberista” vicepresidente della Commissione Europea Teresa Ribera “il Decreto, nella sua forma attuale, è contrario alle norme della Ue sulla libera circolazione dei capitali, alla competenza esclusiva della Bce in quanto autorità di vigilanza prudenziale, nonché alla legislazione sui servizi finanziari”. Il nostro ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha risposto che “è assolutamente acclarato che la sicurezza economica di tutti i Paesi è un fattore di sicurezza”. Il titolare del dicastero dell’economia non si è fatto intimorire dal diktat imposto dalla Unione Europea che concede, bontà loro, venti giorni lavorativi di tempo, per rispondere alle “osservazioni” in ordine alle valutazioni della Commissione sul Decreto Golden Power sulla operazione Unicredit – Bpm. Sarà riservato lo stesso trattamento, fatto all’Italia, dalla Commissione Europea alla Germania in merito al tentativo di scalata di Unicredit a Commerzbank che, per ora, non ha ancora fatto ricorso alla Golden Power?
Il Cancelliere Tedesco Friedrich Merz ha perentoriamente dichiarato che il tentativo di acquisizione di Unicredit della banca tedesca Commerzbank è una “azione non coordinata, ostile e non accettabile”. In sostanza ha fatto sapere che difficilmente accetterà che l’azienda di credito tedesca possa essere conquistata da Unicredit. Anche il primo ministro tedesco sta violando “la libera circolazione dei capitali”?
Bene ha fatto il nostro ministro, a tutela dei vitali interessi nazionali, a sottolineare che “è acclarato che la sicurezza economica di tutti i Paesi è un fattore di sicurezza nazionale” con particolare riferimento alla raccolta del risparmio e all’esercizio del credito che sono il fulcro dell’economia di mercato.
Aggiornato il 17 luglio 2025 alle ore 10:47