Le considerazioni di Panetta: “In Italia segni di vitalità”

Le considerazioni finali del governatore durante la Relazione annuale sul 2024. Nel giorno in cui è stato annunciato che il 20° titolo Btp ha raccolto 8,79 miliardi di euro, Fabio Panetta è tornato sull’economia italiana e sui dazi. Per il capo di Bankitalia, la corsa ai dazi “sta spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa” e “potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio”. Un allarme che trova concretezza nei numeri: l’attuale impianto tariffario globale rischia di ridurre il commercio internazionale di circa il 5 per cento, provocando una profonda riconfigurazione delle catene del valore e una riduzione dell’efficienza produttiva. “Ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente”, ha osservato Panetta. Gli impatti potrebbero estendersi ben oltre la sfera commerciale, investendo la struttura del sistema monetario internazionale – oggi incentrato sul dollaro – e ostacolando la libera circolazione di capitali, persone e conoscenze. A lungo termine, ha avvertito, “verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa”. Ma è sul piano geopolitico che si colloca la riflessione più preoccupante del governatore: “Il commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l’instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace”.

COME STA L’ECONOMIA ITALIANA

Sul fronte interno, Panetta ha sottolineato un’evoluzione positiva del ciclo economico nazionale: “Dopo una lunga fase di stagnazione”, l’Italia “ha mostrato segni di una ritrovata vitalità economica”, superando in dinamismo l’area euro. Negli ultimi cinque anni, il Pil è cresciuto del 6 per cento, con un’espansione del 10 per cento nel settore privato. Fondamentale il contributo delle costruzioni, ma anche dei servizi, sia tradizionali sia avanzati. Sul mercato del lavoro, si registrano risultati storici: un milione di occupati in più ha portato il totale oltre i 24 milioni, con un tasso di disoccupazione sceso dal 10 per cento al 6 per cento. Anche il Mezzogiorno ha registrato una performance superiore alla media nazionale. Tuttavia, Panetta mette in guardia: “le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell’economia globale”. E accusa apertamente Washington: “Le politiche dell’amministrazione statunitense ne rappresentano il principale fattore scatenante”.

MIGLIORANO I CONTI PUBBLICI

Rispetto alla crisi del debito iniziata 15 anni fa, Panetta osserva che “i fondamentali della nostra economia sono nettamente migliorati”. Tuttavia, il percorso di risanamento resta incompleto: l’elevato debito pubblico è sotto pressione per effetto dell’invecchiamento demografico e delle transizioni digitale, verde e difensiva. Le nuove regole europee, secondo il governatore, hanno ristabilito una cornice di medio periodo alla politica fiscale. Il Documento di finanza pubblica 2025 conferma la traiettoria di consolidamento. Tuttavia, Panetta insiste: “è fondamentale assicurare la continuità di questo cammino anche in caso di indebolimento del quadro macroeconomico”. In questo equilibrio, lo sviluppo e la sostenibilità fiscale si rafforzano reciprocamente: “la fiducia nella solidità della finanza pubblica favorisce gli investimenti; una crescita più elevata, a sua volta, rende meno gravoso il consolidamento di bilancio”.

IL PUNTO SU LAVORO E INDUSTRIA

Sul tema demografico e occupazionale, Panetta individua nell’immigrazione regolare una risorsa strategica. “Può fornire un apporto rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo”, ma anche in ambiti ad alto valore aggiunto, a patto che si riesca ad attrarre talenti qualificati. In questo senso, l’Italia soffre un deficit competitivo: è il Paese con la quota più bassa di immigrati laureati tra i principali partner europei. Per colmare il divario, servono riforme nei meccanismi di riconoscimento dei titoli e delle competenze, e investimenti nei servizi per linfanzia, soprattutto negli asili nido. “Possono agevolare l’occupazione femminile, ancora ostacolata dalla carenza di strutture adeguate, oltre che da una distribuzione squilibrata degli adempimenti familiari”.

L’industria italiana, ha rimarcato il governatore, non è al tramonto. Anzi, “in tutti i comparti operano aziende dinamiche e competitive, che investono in tecnologia e ricerca e si posizionano in fasce di alta gamma”. Tuttavia, serve rafforzarne le basi, proseguendo nel percorso di innovazione, sostenuto da politiche pubbliche che riducano gli ostacoli, a partire dal costo dell’energia. Su questo fronte, Panetta indica una direzione chiara: “maggiore ricorso alle fonti pulite”, anche se riconosce che “il problema centrale rimane la produttività”. Gli incrementi osservati finora, seppur incoraggianti, restano insufficienti. Infine, una nota sull’inflazione: “il ritorno dell’inflazione nell’eurozona su livelli prossimi al 2 per cento è un segnale positivo”, favorito anche da “un’attenuazione delle pressioni salariali”. I nuovi contratti, infatti, prevedono aumenti più contenuti rispetto agli ultimi due anni. In vista del probabile taglio dei tassi previsto per il prossimo 5 giugno.

Aggiornato il 30 maggio 2025 alle ore 16:02