
Un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri per velocizzare la cessione di Ita Airways. È questa la strada scelta dal governo presieduto da Giorgia Meloni per procedere alla vendita della compagnia di bandiera. Sono confermati i soggetti che hanno partecipato alla precedente procedura e contestualmente viene meno il vincolo per il Tesoro a non cedere la maggioranza. Assume importanza rilevante, ai fini della vendita il piano industriale del candidato acquirente della compagnia aerea. Lo scopo del Dpcm è imprimere un’accelerazione alle procedure di vendita nel migliore interesse della compagnia e dei suoi dipendenti. A proposito del dossier della vendita di Ita, si registra anche un intervento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del Consiglio dei ministri: “Cerchiamo un partner industriale per farla funzionare”, avrebbe detto, secondo quanto si apprende.
In buona sostanza, si tratterebbe di una “interpretazione” del Dpcm dello scorso primo marzo, che consentirebbe l’ingresso di un partner con una quota non di maggioranza. Il Dpcm, invece, prevedeva che il Mef cedesse la quota di controllo della compagnia. L’obiettivo, spiegano le fonti, è quello di “velocizzare” l’operazione di privatizzazione, garantendo l’esistenza di un “valido” piano industriale.
Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato di Ita Airways conferma il confronto con Lufthansa. C’è un dialogo molto collaborativo. “Stiamo condividendo informazioni con loro”. Ma per la vendita, “quanta quota e in che modalità lo deciderà il Ministero delle Finanze. L’anno prossimo arriveranno 39 nuovi aerei, è un investimento importante, rinnoviamo la flotta. A fine del prossimo anno il 50 per cento della flotta sarà già di nuova generazione per cui abbiamo bisogno delle risorse giuste” perché “diversamente da quello che avviene nel settore militare, a bordo chiedono ancora un comandante e un primo ufficiale per piloti, e non c’è un joystick da qualche parte”.
Lazzerini annuncia che, “per la prima volta negli ultimi venti anni, nel budget della compagnia di bandiera italiana, i ricavi superano i costi. C’è stata molta attenzione ai costi”. Ad esempio, “l’aumento di carburante, del 107 per cento, ha impattato solo per il 55/60 per cento dei conti, il resto è stato compensato da maggiori ricavi e dal risparmio dei costi. Siamo una startup nata nell’ottobre 2021, poco dopo c’è stato Omicron, poi guerra, poi il caro carburante. Eppure, nonostante questo, la compagnia sta avendo performance decisamente superiori alle aspettative”.
Aggiornato il 22 dicembre 2022 alle ore 11:32