Festa di Roma, in mostra il cinema e le serie tivù

La Festa di Roma è una vetrina di cinema che guarda, con interesse, alle serie televisive. Il confine tra grande e piccolo schermo è sempre più sottile. Per queste ragioni, saranno proiettati in esclusiva il 20 e 21 ottobre, alla kermesse capitolina, i primi due episodi della serie televisiva Guerrieri – La regola dell’equilibrio di Gianluca Maria Tavarelli, tratti dalla serie letteraria di Gianrico Carofiglio. La serie racconta di Guido Guerrieri, un avvocato brillante e fuori dagli schemi sospeso tra successo e fragilità. Vive a Bari e, dopo la fine del matrimonio, si ritrova immerso in casi che ne mettono alla prova la coscienza e il coraggio. La serie è sceneggiata dallo stesso Carofiglio insieme a Doriana Leondeff, Antonio Leotti e Oliviero Del Papa. I protagonisti sono gli attori Alessandro Gassmann, Anita Caprioli, Davide Mancini, Gaetano Bruno, Francesco Colella, Stefano Dionisi, Antonia Liskova, Lea Gavino, Ivana Lotito, Michele Venitucci, Michele Ragno. La serie è stata girata quasi esclusivamente a Bari per 15 settimane, tra settembre e dicembre 2024, con riprese anche a Monopoli, Grumo Appula, Giovinazzo e Trani. La produzione è opera di Rai Fiction e Rai Com, in coproduzione con Bartlebyfilm, Combo International e realizzata col sostegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Quanto al cinema, ieri la Festa di Roma e Alice nella Città hanno presentato Per te di Alessandro Aronadio. Un film che racconta la vicenda di papà Paolo (Edoardo Leo, anche produttore) che, poco più che quarantenne, lentamente comincia a perdere la memoria, ma sceglie comunque di restare vicino alla moglie Michela (Teresa Saponangelo) e al figlio Mattia (l’esordiente Javier Francesco Leoni). La pellicola, nelle sale italiane da oggi con PiperFilm, narra la vera storia di Mattia Piccoli, che all’età di 12 anni – ora ne ha 16 – viene nominato alfiere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per “l’amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre”, al quale è stata diagnosticata l’Alzheimer precoce. “A volte – dice Edoardo Leo – si dice sempre che la parte fragile di un uomo sia la sua parte femminile. Io penso che sia molto maschio essere fragili, essere deboli. Non associamo la mascolinità al concetto di forza perché è banale, è proprio sciocco. Ed è un cliché da cui ci dobbiamo liberare e da cui io personalmente mi voglio liberare”. Spiega l’attore: “Non è un caso che noi partiamo da un uomo con una virilità esposta molto forte, fa il buttafuori nelle discoteche. È uno che si sente abbastanza forte e invincibile. Vive nel mito della propria autorevolezza e pensa che questa sia la cosa giusta da trasmettere al figlio”. Poi però “cade nel baratro della vulnerabilità data dalla malattia e la parte più virile di tutto il film è quando lui confessa la sua fragilità al figlio, che gli chiede papà hai paura? e lui risponde ”. Oggi “è molto difficile essere uomo. Crescere in una società in cui il difetto, la debolezza, il dire ‘ho paura’ sono ancora dei tabù ci porta a cancellare qualsiasi forma di emotività”, dice il regista Alessandro Aronadio convinto “che ci sia un nuovo modo di essere uomini che ci permetta di poter mostrare anche ai figli le proprie debolezze”.

Aggiornato il 17 ottobre 2025 alle ore 16:37