
Nella storia della musica, c’è un prima e c’è un dopo D’Angelo. Il cantautore e polistrumentista di Richmond si è spento all’età di 51 anni, dopo una personale battaglia contro il cancro. Classe 1974, Michael Eugene Archer ha fatto parte di quella golden age del soul (rinominata neo-soul) che ha vissuto il suo periodo migliore a cavallo degli anni Novanta e Duemila. Il collettivo (de facto) Soulquarians, formato da D’Angelo, Common, Mos Def ed Erykah Badu ha unito l’hip hop delle grandi città nordamericane con la musica soul della loro infanzia, da Al Green fino a Marvin Gaye.
Sono bastati tre dischi in studio a D’Angelo per cambiare il volto della musica per sempre. Brown Sugar, Voodoo e Black Messiah, usciti rispettivamente nel 1995, nel 2000 e nel 2014, hanno iniettato linfa vitale nel panorama musicale statunitense e internazionale. Ci sono artisti trasversalmente riconosciuti come geni, maestri, precursori, e D’Angelo è stato uno di loro. L’esempio perfetto dell’artista preferito del tuo artista preferito, che è riuscito a influenzare musicisti e compositori lontani anni luce dal soul preacher della Virginia. Sensuale come Al Green, fragile come Marvin Gaye e swag come Tupac, D’Angelo è stato un triplo concentrato della trinità della musica soul: groove, sound and voice. Se oggi abbiamo artisti del calibro di Kendrick Lamar, Bruno Mars, Robert Glasper, ma anche SZA, Thundercat, Ariana Grande, Tyler, the creator e il compianto Mac Miller, è in gran parte grazie al drunken beat e ai segreti sussurrati dalla voce di D’Angelo a cavallo del nuovo millennio.
E dopo Voodoo, per vari motivi, era arrivato il ritiro dalle scene. Un silenzio durato 14 anni e rotto da Black Messiah, che gli è valso due Grammy Awards. Nel corso della sua carriera, D’Angelo ha collaborato con artisti del calibro di Jay-Z, Q-Tip (A Tribe Called Quest), Common, Lauryn Hill, Snoop Dogg e The Roots. Ha contribuito a colonne sonore, partecipato a progetti paralleli e, secondo quanto rivelato nel 2024 dal produttore Raphael Saadiq, stava lavorando a nuovo materiale: sei brani inediti che, ora, potrebbero vedere la luce postuma. Nella sua vita privata, l'artista era noto per la riservatezza. Rispecchiata perfettamente anche dall’atmosfera intima, mai urlata, dei suoi più grandi successi come Untitled (How Does it Feel), Lady e Feel Like Makin’ Love.
Il saluto perfetto a uno dei visionari della musica contemporanea è stato riassunto dal collega DJ Premier, che ha scritto sui suoi canali social: “Una perdita devastante. Ci mancherai, Re. Dormi in pace, D’Angelo. Ti vogliamo bene”.
Aggiornato il 15 ottobre 2025 alle ore 12:46