Ideale dell’io e Intelligenza artificiale

Scrivendo sull’Ideale dell’Io annotavo che costituisce l’essenza delle civiltà. Gli uomini costruiscono le civiltà mirando a condizioni superiori a quelle correnti. Anzi, appunto deliberatamente superiori. Tanto ciò è vero, che le civiltà restano nel tempo in quanto sono ammirabili. Non dura ciò che è banale, ma quanto è supremo. Dunque, ciò che è ideale. Considerando ideale non l’inesistenza, piuttosto l’esistenza superiore. Fondamentalmente è una concezione platonica. Platone, nel dialogo Fedro, concepisce che gli uomini amino in una concreta figurazione: un ragazzo, una donna, un uomo, tanto per dire. La bellezza specifica di quelle persone, commisurata, però, a un’idealizzazione al cui paragone si avvincono. Per dire, uno scultore colpisce un personaggio che è reale, però ha in mente che quella persona reale potrebbe superare di gran lunga la sua bellezza. Quindi esprime e ama la specifica persona mettendola in una forma idealizzata. L’arte e l’amore si nutrono di questa combinatoria, soggetto reale che si ispira al soggetto ideale e tende al soggetto ideale. Ma nello stesso tempo il soggetto ideale ispira il soggetto reale. Quindi noi amiamo contemporaneamente in un soggetto l’idealità e la realtà. Ora, una delle espressioni fondamentali di questa idealità è la religione.

Che è in fondo la religione, se non la perenne comparazione tra l’uomo com’è e come dovrebbe essere o potrebbe essere o vogliamo che sia? La religione vive del dualismo tra realtà e idealità. E del resto, Platone lo afferma totalmente, differenziando le Idee dell’Iperuranio dalle forme concrete mondane: il mondo sarebbe un’incarnazione delle Idee a livello inferiore, più o meno come l’uomo è a somiglianza di Dio, ma non è Dio. Che manca nell’epoca moderna? L’Ideale dell’Io. Con un rischio prospettico terrificante: che l’ideale dell’Io divenga l’Intelligenza artificiale. Perché sarebbe catastrofico? Semplicissimo: in quanto non sarebbe una meta interna all’uomo, ma fuori dell’uomo. Mentre l’Ideale dell’Io è il tentativo dell’uomo di elevarsi dentro sé stesso, l’Intelligenza artificiale sposterebbe questo tentativo fuori dell’uomo. E l’uomo resterebbe, addirittura, con un ideale disumano e, in quanto uomo, decadrebbe. Non cercherebbe l’ammirazione per sé stesso, ma senza sé stesso: il disastro più totale. Attenzione, è un disastro possibile. Ammirare quel che di superiore compie l’Intelligenza artificiale e noi non raggiungeremo. Mai. Dobbiamo essere noi uomini coloro che estremizzano sé stessi tentando di stimarci! Un uomo che ammira chi non è uomo, non susciterebbe civiltà umana! Si dice: l’abbiamo creata noi! già. Anche la bomba nucleare l’abbiamo creata noi! E potrebbe annientare uomo-civiltà: Ideale dell’Io. Interno all’uomo! Significa frenare l’Intelligenza artificiale? No! significa non fermare l’uomo. Non sostituirlo! In coesistenza.

Aggiornato il 11 ottobre 2025 alle ore 11:36