
Il Marzamemi Book Fest vanta un programma di contenuti culturali e sociali di alto profilo. La quinta edizione della manifestazione letteraria, che si è tenuta nel borgo storico del sud-est siciliano con la larga partecipazione di pubblico, ha dato voce a una comunità appassionata. Il festival, che punta sulla lettura per ripensare il futuro del territorio, è stato teatro di oltre 40 incontri, tra laboratori di scrittura, fumetto, cinema e drammaturgia per ragazzi, workshop per docenti, rassegne stampa in riva al mare, presentazioni di libri in anteprima. La kermesse ha confermato la propria identità attraverso i confronti con i grandi protagonisti della cultura affiancati a un’ampia proposta educativa pensata per le nuove generazioni e per chi le accompagna nel percorso di crescita. Tra gli ospiti più attesi, lo scrittore Maurizio De Giovanni ha scelto proprio il Marzamemi Book Fest per leggere in anteprima il suo nuovo romanzo, L’orologiaio di Brest (che uscirà, edito da Feltrinelli, il 21 ottobre), regalando un momento di grande suggestione: “Penso che sarà un romanzo fortunato – ha detto lo scrittore – perché è stato letto la prima volta nel posto giusto. Non ci sono festival piccoli e festival grandi: c’è la misura umana, e il Marzamemi Book Fest ce l’ha tutta”. Forte coinvolgimento per la presenza dello scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo, che ha raccontato la sorprendente storia editoriale de Il Gattopardo, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Un libro che, pur ambientato in Sicilia, svela i meccanismi profondi dell’unicità italiana. Piccolo ha guidato il pubblico dentro le polemiche, le resistenze e il valore di un testo che, ancora oggi, aiuta a leggere e a comprendere il presente. Davvero coinvolgente l’incontro con il cantante Michele Bravi, che ha parlato di Alzheimer, di memoria e cura, portando una prospettiva personale e artistica. Lo scrittore Matteo Nucci ha guidato il pubblico in un viaggio dentro il pensiero di Platone, restituendo al suo linguaggio antichissimo una forza attuale e necessaria per leggere la contemporaneità. Il giornalista Matteo Miavaldi ha raccontato l’India di oggi, offrendo una lettura profonda e non convenzionale di un Paese in trasformazione, sospeso tra democrazia e autoritarismo. Cecilia Sala ha condiviso un ritratto forte e attuale del Medio Oriente, portando all’attenzione del pubblico il tema della radicalizzazione generazionale. La giornalista ha detto che circa il 70 per cento dei giovani israeliani oggi rifiuta l’idea di uno Stato palestinese accanto a quello ebraico, un dato che non è solo un’opinione, ma una “spia di un mutamento profondo”. Il festival è stato anche uno spazio per riflettere sul presente e sul futuro del Meridione. L’incontro dal titolo Faremo un giorno una Carta Poetica del Sud ha messo attorno allo stesso tavolo operatori culturali pubblici e privati, con l’obiettivo di costruire una visione condivisa dello sviluppo del Sud basata sulla cultura. Grande entusiasmo anche per il Poetry Slam, che ha “travolto” il pubblico con l’energia dei versi, il ritmo e la partecipazione dei campioni nazionali del genere. Senza dimenticare l’affettuoso omaggio che il Marzamemi Book Fest ha voluto riservare al maestro Andrea Camilleri, in occasione del centenario della sua nascita. Per la giornalista Sabina Minardi, direttrice del festival, il tema di quest’anno – Leggere, Costruire è stato “reso concreto con i libri selezionati: fondamenta, mattoni, ponti e finestre aperte sul mondo, sulla cronaca più urgente, su quei cambiamenti che richiedono chiavi interpretative nuove. Il nostro obiettivo è far scoprire ai ragazzi che leggere è divertirsi”.
(*) Nelle foto sono ritratti Maurizio De Giovanni e Sabina Minardi
Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 17:28