Morto Goffredo Fofi, un intellettuale fuori dagli schemi

Goffredo Fofi è morto ieri a Roma, a 88 anni. I funerali sono previsti oggi, alle 16, alla Chiesa Valdese di Piazza Cavour, nella Capitale. Il saggistica, giornalista, critico cinematografico, letterario e teatrale si è sempre schierato dalla parte dei più deboli. Un intellettuale fuori dagli schemi, controcorrente, burbero ed empatico nello stesso tempo. Era stato ricoverato in seguito a una caduta che gli aveva provocato la rottura del femore e doveva essere trasferito in una clinica di riabilitazione. Sempre attivo, continuava ad occuparsi di nuovi progetti e libri. Stava lavorando a un saggio per Feltrinelli e curava per la casa editrice E/O, con cui ha avuto alternativamente un lungo rapporto, la collana Piccola biblioteca morale il cui ultimo titolo, uscito a settembre 2024, è Sulla democrazia di Sergio Mattarella, intervento del presidente della Repubblica alla cerimonia di apertura della 50ª edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia. Con la casa editrice aveva pubblicato nel 2022 Cari agli dèi, dedicato alla memoria di Aldo Capitini, che è tra i suoi ultimi libri. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ricorda come abbia “aperto inediti percorsi intellettuali” con “il suo genuino coinvolgimento nei temi del meridionalismo, il suo confronto con il pensiero di Gaetano Salvemini e Manlio Rossi-Doria, la sua capacità di rivalutare e rileggere espressioni popolari come cultura alta”.

Di origini umili, nato a Gubbio, in Umbria, il 15 aprile del 1937, a diciott’anni era partito per Palermo, per seguire le battaglie di Danilo Dolci ispirate al pacifismo gandhiano, per il riscatto dei disoccupati e delle classi meno abbienti. Nella prima metà degli anni Sessanta aveva raggiunto Parigi e lavorato alla rivista di cinema Positif. Saggista, giornalista e critico militante cinematografico, letterario e teatrale, al ritorno in Italia a metà degli anni Sessanta ha fondato con Piergiorgio Bellocchio e Grazia Cherchi i Quaderni piacentini. Nel 1964 ha scritto l’inchiesta L’immigrazione meridionale a Torino, rifiutata da Einaudi e pubblicata da Feltrinelli. Fofi ha contribuito alla nascita di riviste storiche, da Ombre rosse a Lo Straniero, dedicata all’arte, alla cultura e alla società, che è uscita fino alla fine del 2016, a Linea d’Ombra e diretto la rivista Gli Asini. Amico di grandi scrittori, registi e intellettuali come Fabrizia Ramondino con cui ha condiviso tante lotte militanti, Laura Betti, Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini, del quale scrisse “è con Pasolini che ho litigato di più” nel libro che gli ha dedicato, uscito nel 2022 per La Nave di Teseo, Fofi era famoso per i suoi attacchi a volte violenti ma anche per la sua mitezza e capacità di sciogliere tutto in un abbraccio subito dopo. L’editore Sandro Ferri ricorda i suoi “aneddoti con personaggi famosi come Luis Buñuel, Elsa Morante, Bianca Guidetti Serra, Fabrizia Ramondino, Alex Langer, Federico Fellini e moltissimi altri. Sempre divertenti, dissacranti ma con un lato di empatia”. A Fofi si deve anche la riabilitazione della figura di Totò, sottovalutato dalla critica, a cui ha dedicato fra l’altro il saggio del 1997 Totò. L’uomo e la maschera (Fetrinelli) scritto con la compagna di vita dell’attore Franca Faldini.

Collaboratore di diversi giornali, da Avvenire al Manifesto, L’Unità e Il Sole24 Ore, Fofi ha abbracciato tutti i campi della cultura con uno sguardo cosmopolita e ha pubblicato e collaborato con diversi editori, grandi e piccoli, da Einaudi a Feltrinelli, a da E/O a Minumum Fax alla Nave di Teseo. A ripercorrere la sua carriera attraverso gli articoli, i saggi, le recensioni su cinema, letteratura, società e politica è l’antologia Son nato scemo e morirò cretino. Scritti 1956-2021 (Minimum Fax), uscita nel 2022. Ne L’oppio del popolo (Eleuthera) pubblicato nel 2019 si trova invece la sua visione sul ruolo della cultura nella società contemporanea in cui non viene stimolata la capacità critica. Larga parte del suo lavoro Fofi l’ha dedicata al cinema con studi tra l’altro su Alberto Sordi, Marlon Brando e una lunga conversazione con il regista Mario Monicelli. Con Morando Morandini e Gianni Volpi è stato autore di una Storia del cinema (1988), ma tra i titoli più conosciuti c’è il pamphlet Il cinema italiano: Servi e padroni del 1974. Si è dedicato anche alla pedagogia cui ha dedicato il saggio Salvare gli innocenti. Una pedagogia per i tempi di crisi. Tra i saggi più recenti Elogio della disobbedienza civile (2015), Volare alto volare basso con Letizia Battaglia, del 2021, Non mangio niente che abbia gli occhi (2022), una lunga riflessione sulle ragioni che lo hanno portato a diventare vegetariano e Quante storie. Il “sociale” dall’Unità a oggi. Ritratti e ricordi pubblicato nel 2024.

Aggiornato il 12 luglio 2025 alle ore 12:56