
Anche Kenneth Branagh figura nel cast del film Il diavolo veste Prada 2 (The Devil Wears Prada 2). Ha preso il via la produzione dell’atteso sequel del film cult diretto nel 2006 diretto da David Frankel. Il nuovo capitolo è stato annunciato dalla 20th Century Studios. La Disney conferma nel cast i protagonisti Meryl Streep (Miranda Priestly), Anne Hathaway (Andrea Sachs), Emily Blunt (Emily Charlton) e Stanley Tucci (Nigel), con una new entry: per l’appunto, il premio Oscar Kenneth Branagh, che interpreterà il marito di Miranda Priestly, la regina di ghiaccio della rivista di moda Runway. Sessantaquattro anni, premiato dall’Academy Award nel 2022 per la sceneggiatura di Belfast, è l’interprete shakespeariano per antonomasia. L’uscita in sala del sequel è prevista il 1° maggio 2026. Il film originale del 2006 ha incassato quasi 125 milioni di dollari negli Stati Uniti-Canada e oltre 326 milioni di dollari in tutto il mondo. Il sequel, a quanto pare, racconta di Priestly alle prese con la crisi della carta stampata. Il primo film segue il battesimo del fuoco dell’assistente di Miranda, Andy Sachs (Hathaway) da parte di Priestly e del suo braccio destro, Emily (Blunt). La sceneggiatura del nuovo film è firmata da Aline Bros McKenna. Tornano in pista anche il regista David Frankel e la produttrice Wendy Finerman.
La notizia della produzione del sequel arriva a pochi giorni dall’annuncio dell’addio alla direzione di Vogue America – la più importante rivista di moda del mondo – da parte di Anna Wintour, dopo 37 anni: l’autrice originale del bestseller del New York Times Lauren Weisberger, si sarebbe ispirata proprio a Wintour, di cui era l’assistente personale. Anna Wintour è stata al timone di Vogue dal 1988, dal 2013 direttore artistico di tutti i mensili del gruppo e dall’estate del 2019 global content advisor, un titolo che le ha consentito di cementare il suo ruolo di protettrice del Dna di Condè Nast dopo la morte dell’editore storico e mecenate Samuel Irving Newhouse. Durante i cambiamenti che si sono succeduti nel corso degli anni, Anna è rimasta una costante in Condé Nast e nell’editoria, riuscendo a salvaguardare il suo posto anche di fronte alle profonde crisi di settore che si sono succedute.
Aggiornato il 01 luglio 2025 alle ore 18:30