Jafar Panahi acclamato dai sostenitori a Teheran

Jafar Panahi è stato acclamato dai suoi sostenitori al ritorno a Teheran. Il maestro del cinema iraniano, reduce dal successo del suo ultimo film, Un simple accident (Yek tasādof-e sāde), premiato con la Palma d’oro a Cannes, come aveva promesso, è tornato nel proprio Paese. Come mostrano alcuni filmati pubblicati sui social, Panahi ha ricevuto l’applauso dei connazionali. Dopo anni di divieto di uscita dall’Iran, periodi trascorsi in prigione o a girare film clandestinamente, il regista ha partecipato personalmente al Festival di Cannes. Nonostante alcuni fan temessero ripercussioni per il regista al ritorno in Iran, è arrivato senza problemi nelle prime ore di ieri all’aeroporto internazionale principale di Teheran, intitolato all’ayatollah Ruhollah Khomeini. “È arrivato a Teheran stamattina presto” ed “è tornato a casa”, ha dichiarato all’agenzia France Presse il produttore cinematografico francese Philippe Martin, citando il suo entourage. “Ha persino saputo di aver ottenuto un visto per partecipare a un festival a Sydney tra circa dieci giorni”, ha aggiunto.  Mentre scendeva dalla scala mobile dal controllo passaporti al ritiro bagagli – ha riferito l’Afp – si è sentito gridare “Donna. Vita. Libertà!”, lo slogan del movimento di protesta del 2022-2023 che ha scosso le autorità iraniane.

All’uscita, Panahi è stato accolto da una dozzina di sostenitori, come mostra il video pubblicato su Instagram dal regista iraniano Mehdi Naderi e trasmesso da Iran International Channel, canale con sede all’estero. Sorridente, il regista è stato acclamato, applaudito, abbracciato e gli sono stati offerti dei fiori. “Sangue fresco nelle vene del cinema indipendente iraniano”, ha scritto Naderi. La calorosa accoglienza in aeroporto contrasta con la tiepida reazione dei media statali e dei funzionari governativi alla prima Palma d’oro per un regista iraniano dai tempi di Il sapore della ciliegia (Ta’m-e gilās...) di Abbas Kiarostami nel 1997. Sebbene evocato da alcuni media, tra cui l’agenzia di stampa Irna, il trionfo di Panahi ha ricevuto solo scarsa copertura nel Paese e ha anche scatenato una controversia diplomatica con la Francia.

Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha definito la sua vittoria “un gesto di resistenza contro l’oppressione del regime iraniano” in un post su X, spingendo Teheran a convocare l’incaricato d’affari francese per protestare contro i commenti “offensivi”. “Non sono un esperto d’arte, ma crediamo che gli eventi artistici e l’arte in generale non debbano essere strumentalizzati per perseguire obiettivi politici”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei. Un simple accident racconta la storia di cinque iraniani che affrontano un uomo che ritengono li abbia torturati in prigione. Una vicenda ispirata alla prigionia dello stesso regista. Dopo aver vinto il premio, Panahi ha lanciato un appello per la libertà in Iran: “Mettiamo da parte tutti i problemi, tutte le differenze. Ciò che conta di più ora è il nostro Paese e la sua libertà”.

Aggiornato il 27 maggio 2025 alle ore 16:49