Riccardo Manzotti riflette su alcune semplici ma fondamentali domande. L’occasione è dettata dalla pubblicazione di un nuovo saggio: Sono libero, o non sono (Liberilibri 2025, collana Altrove, 158 pagine, 16 euro). Riccardo Manzotti (1969), filosofo e ingegnere, Fulbright Scholar al Mit di Boston, è attualmente professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università Iulm di Milano e lavora sul rapporto tra media, mente, intelligenza artificiale e coscienza. L’autore s’interroga sul futuro della nostra civiltà: cosa è la persona? Cosa è una scelta libera? Che cosa sono i valori che la guidano? Nel tempo attuale dominato da neuroscienze, psicoanalisi e scienze cognitive, che hanno ridotto l’unicità della persona a un’entità depotenziata, la scelta libera è stata sminuita rispetto a decisioni basate sul mero calcolo costi-benefici.

L’esistenza umana si riduce ormai a corpi controllati da tecnocrazie grazie agli eccezionali avanzamenti della tecnica e della scienza, in particolare l’intelligenza artificiale, che fanno vivere l’uomo in una società a una dimensione, dominata da una funzione di costo universale dove lo spazio per scegliere non esiste più e la politica è ridotta a economia. Ma se non siamo liberi, non siamo nulla ribadisce Manzotti, che per contrastare questa deriva invoca una rinascita della persona nella sua interezza, quell’idea di persona che sta al centro del grande sviluppo dell’Occidente e della sua civiltà: vivere vuol dire scegliere e agire di conseguenza, la vita umana deve essere scelta, valore e gloria. “L’umanità – scrive l’autore – è fatta solo di persone libere. Le altre non sono, nel senso che non esistono. Sono zombie, corpi che prolungano la propria sopravvivenza aderendo automaticamente a decisioni prese da altri”.

(*) Sono libero, o non sono di Riccardo Manzotti, Liberilibri 2025, collana Altrove, 158 pagine, 16 euro

Aggiornato il 22 maggio 2025 alle ore 11:02