Parafrasando un celebre incipit, “un fantasma si aggira per l’Europa: lo spettro del cialtrone”. Del tema si occupa Andrea Ballarini, autore nel 2019 di Fenomenologia del cialtrone: Come riconoscere i buoni a nulla capaci di tutto (Editori Laterza). Lo scrittore ci conduce, con mano sicura, nel labirinto delle sfaccettature che si trovano nei numerosi comportamenti del cialtrone. Il comportamento proteiforme ne rende difficile l’immediata individuazione come imbroglione. Nella società dello spettacolo e dell’apparenza assume notevole valore l’azione visibile e fruibile immediatamente dal vasto pubblico. L’analisi dei testi scritti necessita di capacità di analisi, con una reattività rallentata rispetto alle azioni improvvisate del cialtrone sommamente creativo nelle sue attività e rapidissimo a mutare ruoli e tempi. E allora, la capacità di improvvisazione e di superficialità sono doti fondamentali per il cialtrone che naviga da un tema a un altro accennando, senza mai approfondire e, se accade di essere coinvolto in una conversazione, riesce ad andare via con una scusa impellente.

Una caratteristica del cialtrone evidenziata dall’autore è la sua felicità nell’essere continuamente sincronizzato con l’orizzonte degli eventi. Essendo totalmente privo di autocritica, tali questioni non lo riguardano, sono fuori dalla sfera di sicurezza che si è costruito con insolita tenacia e convinzione. Il cialtrone ha la memoria corta e indulge continuamente nel velleitarismo, con una buona dose di incoscienza, facendo ricorso a un’enorme capacità di convincere e di autoconvincersi della giustezza delle sue esternazioni. Tende a parlare di ciò che non conosce. Lancia parole o battute brevi per dare al pubblico la sensazione di possedere una competenza che non ha. Per questi motivi, il cialtrone preferisce parlare e non scrivere. Un’altra caratteristica del cialtrone è la patologica assenza di umorismo, qualità che è antitetica alla cialtroneria.

Il gioco dell’apparire annulla di fatto la separazione e la distanza fra il vero e il falso. Consente di modularsi rapidissimamente la corrente dei fatti, segue le variazioni del vento che tira. Accenna ragionamenti utilizzando parallelismi arbitrari che provocano un’iniziale perplessità e spiazzamento fra i suoi interlocutori, salvo poi eclissarsi quando la conversazione tende ad andare in profondità. Egli riesce a bluffare su tutto, una qualità che lo rende raro e gli consente di accennare e di saltare ad altro tema quando iniziano le domande per avere chiarimenti. L’autore si pone la domanda se cialtroni si nasce o si diventa. Non ci sono dati sufficienti di sostegno per l’una o l’altra ipotesi. Rimane la certezza della sua esistenza anche grazie a una serie di studi intorno al concetto di “Puer aeternus” e del “briccone divino”. Egli evita facoltà inutili come lettere o scienze. Preferirà “scienze della comunicazione” che ha da tempo sostituito “scienze politiche”, oppure corsi per design. Insomma, seleziona facoltà-materasso che consentiranno al figlio di famiglia di trovarsi un’occupazione nell’azienda di famiglia o in quella di altri.

Il libro prosegue con incalzante ironia e con un linguaggio sferzante. Il testo evidenzia una lunga serie di ricerche e di riflessioni a sostegno delle opinioni espresse. In un mondo dove impera lo spettacolo, l’apparenza, la superficialità, l’azzardo, una vastissima ignoranza, questo libro deve essere uno strumento di analisi a cui sottoporre decine di persone che incontriamo ogni giorno per motivi professionali, sociali, amicali. Un volume di analisi accurata e profonda che va letto con divertimento una qualità rarissima nei testi di sociologia e di saggistica i quali, non si sa perché, devono essere ammantati di una polverosa serietà e monotonia.

(*) Fenomenologia del cialtrone: Come riconoscere i buoni a nulla capaci di tutto di Andrea Ballarini, Editori Laterza 2019, 106 pagine, 9,02 euro

Aggiornato il 08 maggio 2025 alle ore 13:39