Le realtà sul ponte

lunedì 25 agosto 2025


Perché un’opera così seria, di cui anche i detrattori ipocritamente si vanteranno appena sarà terminata, alimenta tanti contrasti? È un ponte, non una finanziaria, e ai nuovi ponti tutti hanno sempre voluto bene! Non sarà perché lo voleva Silvio Berlusconi? Quindi è l’ideologia a parlare, non la logica. Anzi, è proprio l’invidia. La prima cosa che sfugge a tutti, anche ai fautori del “”, è che questo ponte non è un’automobile, non dura pochi anni, ne dura mille, di anni! I miliardi che costa non sono buttati, ma saranno una spesa ammortizzata nei secoli. Questo per cominciare. Ma la spesa, che non ci sembra nemmeno così elevata a fronte di sperperi propagandistici come quelli che hanno fatto gettare alle ortiche, un esempio su tanti, un sacco di milioni per gli stupidissimi banchi a rotelle, sicuramente sarà recuperata molto in breve: in parte per contabilità già programmate (porterà circa 23 miliardi di contributo al Pil), in altra parte per vantaggi non calcolabili per ora, ovvero quelli che derivano da un nuovo oggetto di interesse universale quale può essere, a livello mondiale, una struttura record come questa. Ci saranno innumerevoli ritorni, diretti (come nuovo turismo) e indiretti, prodotti cioè dal prestigio che farà crescere l’immagine dell’Italia nel mondo.

La visione della sinistra è volutamente miope, perché non guarda al futuro ma vuole considerare solo le attività immediate, dato che si rivolge a un pubblico dalle aspettative limitate e su quello fa leva per ottenere i consensi necessari per tornare al potere. Questa è l’unica cosa che realmente interessa a Elly Schlein e compagnia, ovvero trovare chi li vota! Credete che questi contestatori del ponte a tutti i costi davvero non amino i ponti? Nossignori, magari il ponte piace anche a loro, ma si oppongono solo per i motivi che abbiamo detto. È triste, però, che anche i media li supportino. Forse perché, a loro volta, i consensi arrivano molto di più dalle polemiche che dagli incensamenti, e per loro i like non bastano mai. E così i Tg vanno a intervistare maliziosamente quelli che si lamentano perché saranno sfrattati (oltretutto sono relativamente pochi), sorvolando sui vantaggi che avranno nel venire pagati profumatamente per una casa che altrimenti non riuscirebbero a vendere nemmeno col megafono, e quelli del trasferirsi in una zona vicina comunque destinata a un salto di qualità che prima potevano solo sognare. Oltretutto, gli espropri si sono sempre fatti in tutto il mondo per qualsiasi opera pubblica, qual è il problema?

Poi, parlano di strutture viarie e ferroviarie insufficienti. Quello che sorprende, su questo argomento, è la mancanza di prontezza del governo, che non risponde a tono. È ovvio che i potenziamenti viari e ferroviari arriveranno dopo, ma non riescono a capire che col ponte arriveranno di sicuro mentre, senza il ponte, avrebbero potuto aspettare un altro secolo? Infine, sempre gli oppositori, si autopromuovono tutti tecnici, trovando difficoltà statiche insormontabili, anche se a scuola erano stati bocciati in matematica. Hanno presente, queste persone, gli studi che sono stati fatti all’uopo, oppure hanno interpellato la maga di turno per sostenere che una folata di vento lo farà cadere? Chi scrive è un architetto vero e vi assicuro che un ponte sospeso è una struttura molto elastica e resisterà benissimo ai terremoti (crolleranno molto prima tutti i palazzi in muratura). Inoltre, è stato progettato aerodinamicamente come un aereo, e nemmeno il più forte vento potrà danneggiarlo. L’unico problema l’avranno i treni, che in occasione di venti particolarmente forti dovranno rallentare (ma su un percorso così breve fa poco danno) e se proprio quei venti dovessero superare i 130 chilometri orari (evento raro) si dovranno fermare per aspettare un po’ (ma sempre meno del traghetto). Invece, scioccamente, le difese d’ufficio (e lo stesso Matteo Salvini), per contrastare gli argomenti dell’opposizione, decantano banalità che capiscono tutti, tipo il risparmio di tempo e di costo rispetto ai traghetti o il risparmio di inquinamento, piuttosto trascurabile a livello mondiale.

Invece noi riteniamo che:

1) Il ponte sarà un fiore all’occhiello per l’Italia, che dopo essere la più forte per monumenti storici diventerà anche la prima per l’architettura moderna;

2) Promuoverà il turismo nazionale ed estero;

3) Sarà il trampolino di partenza per aggiornare finalmente viabilità e ferrovie del Mezzogiorno (non solo della Sicilia);

4) Aumenterà in pratica la grandezza effettiva del nostro Paese, rendendo la Sicilia fruibile come una parte del territorio e non più come un’isola;

5) Renderà proprio per questo (e ci meraviglia che abbiano sostenuto il contrario) più debole la mafia locale, che vedrà la sua terra sempre più popolata da cittadini invece che da sudditi;

6) Produrrà, al contrario di quanto affermano i suoi scellerati detrattori, ricchezza in molti modi e nel tempo a tutto il Paese.

Vogliamo considerare un’ultima cosa, che tira in ballo proprio i siciliani. Non vi sorprende che siano proprio loro i primi detrattori di un’opera che dovrebbe renderli felici e orgogliosi? Il motivo secondo noi c’è, e riguarda la loro mentalità particolare e conosciuta da tutti. I vantaggi che noi abbiamo trovato, ovvero lo sviluppo del loro territorio, le infrastrutture modernizzate ed efficienti e specialmente l’arrivo in massa degli italianidel nord”, loro non li vogliono realmente! Quando, come abbiamo detto, grazie al ponte la Sicilia diventerà un territorio uguale a tutta l’Italia, non potranno più piangere col governo per i loro bisogni che non hanno mai neanche cercato di cominciare a considerare da soli. Si attaccano a tutto, addirittura all’ombra dei piloni (fra l’altro non toccano il mare) che d’estate potrebbe, non si sa come, disturbare la fauna marina o le migrazioni degli uccelli, che invece dopo ogni costruzione di ponti nel mondo sono sempre aumentate. Ecco, inseguire questi argomenti falsi e comunque medievali da parte del fronte del “No” dovrebbe bastare a dimostrare che alla base c’è solo faziosità.

Ci piace immaginare Gabriele D’Annunzio e Tommaso Marinetti, sempre rivali ma in piedi, vicini, a contemplare il ponte finito, convinti che l’avesse disegnato, a tradimento perché aveva detto loro di non volere, l’amico Amedeo Modigliani. Sono i personaggi che riterremmo i più adatti a comprendere il messaggio modernista e profondo del ponte, creato dopotutto appena un secolo dopo di loro. Forse gli uomini contemporanei non proveranno le stesse emozioni (e nemmeno le capirebbero) ma il ponte stesso, pronto ad aspettare nel tempo nuovi artisti dello stesso lignaggio, avrebbe sornionamente gradito molto.


di Maurizio Oliviero