martedì 24 giugno 2025
Mediaset guarda al futuro. La Rai al presente per l’estate ai programmi andati in onda, mettendo in campo trasmissioni tipo “il meglio di…”. Nello scenario televisivo italiano sgomitano La7 dell’editore Urbano Cairo del gruppo Rcs (ormai il quarto canale), Discovery e nelle tivù a pagamento Sky, Dazn e Amazon (Prime). In Italia, si producono e si mandano in onda più programmi che negli altri Paesi europei e alla Bbc inglese. Sono un’esagerazione quelli che vengono chiamati di approfondimento politico, di cronaca (la vicenda di Garlasco ha imbastardito gli ascolti), musicali. In questo quadro, la corsa ad accaparrarsi i diritti pubblicitari si è fatta affannosa, tenendo conto di dover recuperare i danni del biennio post pandemia da Covid che ha ridotto le attività di sponsorizzazione e commercializzazione delle merci. Inevitabile, quindi, le pressioni di ordine politico per aver più peso nella programmazione delle reti (autori, registi, attori, creativi, amici), puntando ad avere influenza politica sull’informazione. È tempo di illustrazione dei palinsesti estivi, con qualche indicazione sull’autunno e di bilanci. La settimana di fine giugno costituisce per Mediaset-Fininvest un momento di verità sulla stagione passata e sugli sviluppi per quella futura, che ingloba anche i debiti contratti con la gestione della società Monza calcio (voluta da Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, retrocessa in Serie B) e i 60 milioni lasciati all’amico di lungo corso di Mediolanum. Alle assemblee degli azionisti i vertici Pier Silvio e Marina Berlusconi e Fedele Confalonieri si presentano con un pacchetto di risultati economici rilevanti e di sviluppo industriale.
Per la famiglia arrivano molti milioni, con numeri record. Fininvest dovrebbe incassare 63,6 milioni di euro. Eccellente performance è stata registrata anche da Mfe - MediaForEurope, che consente di remunerare gli azionisti della società in misura significativa. I soci hanno anche deliberato di autorizzare il board, per un periodo di 18 mesi, di emettere 1,5 milioni di azioni ordinarie. L’evoluzione di Mediaset è marcata: da broadcaster nazionale a gruppo europeo. Si tratta del risultato di un percorso strategico avviato circa vent’anni fa, sotto la guida di Pier Silvio Berlusconi con i consigli della sorella Marina, capo della Mondadori. È quindi definitiva l’identità industriale, nonostante le difficoltà dei rapporti con ProSiebenSat.1 Media, forte però del 30 per cento del capitale. L’obiettivo è quello di costruire una piattaforma paneuropea, in grado di integrare contenuti, tecnologia e distribuzione. In Rai restano le divisioni sulla scelta del presidente del Consiglio di amministrazione. Continua l’interim di Antonio Marano mentre Simona Agnes rimane in pole position. Per sbloccare la situazione Fratelli d’Italia propone la nomina a maggioranza semplice e di rivedere i criteri della scelta dei membri nominati dal Parlamento. Vita amara da direttore per Paolo Petrecca: bocciato dai redattori di Rai News 24 ha rimediato tre mozioni di sgradimento. Motivo? È considerato legato ai vertici di Viale Mazzini e quindi “Tele Meloni”.
di Sergio Menicucci