I cittadini bloccati da scioperi e cortei

lunedì 23 giugno 2025


I sindacati continuano a sfidare la pazienza dei cittadini il venerdì. A volte vi aggiungono il sabato. Sono anni che si ripete il rituale del venerdì sciopero nei trasporti. Il proverbio popolare aggiungeva giovedì gnocchi e sabato trippa. Senza ironizzare sulle modalità delle astensioni dal lavoro il problema in Italia è più serio di altri Paesi. La gente è stata chiamata alle urne di recente su tre referendum relativi ai problemi del lavoro. Non hanno ottenuto il consenso richiesto dal quorum ma non sembra che sia stata fatta una profonda riflessione della mancata partecipazione. Messi di nuovo alla prova dal blocco dei trasporti per 24 ore è scattata la rabbia per i disagi subiti nel fine settimana degli esami di maturità dei figli e dei nipoti, determinando difficoltà nei movimenti all’interno delle città, delle località di mare e montagna. Pochi hanno compreso le motivazioni di questi nuovi scioperi. Possibile che non si riesca a fare una trattativa per il rinnovo dei contratti senza mettere in ginocchio interi settori della vita pubblica?

Si sono ripetuti così nelle stazioni dei treni, negli aeroporti e in alcuni settori chiave come le poste (cosa centrano con i trasporti non si è compreso) blocchi di ore, soste selvagge, carenza d’informazioni. Aerei, treni, bus, traghetti in ritardo o servizi cancellati per ore. Non rispettate le norme che prevedono le fasce di garanzia. A fronte di poche centinaia di lavoratori che bloccano i trasporti è giunto per Fiumicino il riconoscimento di miglior scalo d’Europa con 49,2 milioni di passeggeri nel 2024, 270mila tonnellate di merci, risultato che permetterà di programmare la quarta pista con un piano di sviluppo di 9 miliardi di euro. Anche i metalmeccanici hanno scelto venerdì per scendere in sciopero per protestare contro il ritardo di un anno del rinnovo del contratto. La prova di forza della Cgil, Cisl e Uil si è verificato a Bologna quando dal corteo, che sfilava sotto le Torri, si è staccato un gruppo di alcune migliaia di tute con le magliette rosse e verdi e ha imboccato, bloccandolo, l’ingresso della tangenziale.

I dimostranti hanno sfidato le Forze dell’ordine non rispettando gli accordi presi con la Questura sulle modalità del corteo. L’intento era quello di contestare il decreto sicurezza approvato dal Parlamento all’inizio di giugno che ha trasformato il blocco stradale, l’impedimento alla libera circolazione su strada o ferrovia da illecito amministrativo a reato penale. Si è alzato subito un polverone politico con bordate contro il governo, accusandolo di non ascoltare i lavoratori. La smentita viene dal dossier della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) secondo cui nel 2024 la ricchezza delle famiglie ha raggiunto quota 6.030 miliardi in aumento rispetto all’anno precedente, anche se ancora molto c’è da fare per aumentare i salari dei lavoratori avvicinandoli a quelli degli altri Paesi. Per Roma c’è stata poi l’appendice di sabato per il corteo contro la Nato che a L’Aja sta discutendo sull’autosufficienza militare dell’Europa. Tutto bloccato con striscioni anti Usa, Israele, pro Palestina da Porta San Paolo al Colosseo dove i dimostranti, di vari colori, si sono sdraiati per terra con megafoni che diffondevano il rumore dei bombardamenti.


di Sergio Menicucci