Bandiere blu in 246 Comuni e 84 porti turistici

martedì 13 maggio 2025


Le Bandiere blu in Italia sono in aumento. Si registrano 15 nuovi ingressi, 5 uscite, per un totale di 246 Comuni nelle 20 Regioni italiane (10 in più dell’anno scorso) che hanno ottenuto con orgoglio la bandiera blu della Fondazione per l’educazione ambientale (Foundation for Environmental Education Fee) italiana nella 39ª edizione. In testa alla classifica con più vessilli figura la Liguria con 33, seguita dalla Puglia con 27 e dalla Calabria con 23. Salgono a 487 i lidi su cui sventoleranno le Bandiere blu, due in più rispetto all’anno scorso e soprattutto in Puglia e Liguria (oltre 60 ciascuna), Campania e Sardegna (dove superano le 50) mentre sui laghi i vessilli scendono a 22 con un Comune non riconfermato.  Risalgono a 84 gli approdi turistici premiati rispetto agli 81 del 2024. “Quest’anno abbiamo chiesto alle Amministrazioni comunali di redigere e presentare un Piano di azione per la sostenibilità, con le attività realizzate e programmate nel triennio 2025-2027”, spiega Claudio Mazza, presidente della Fondazione Fee Italia. Gli obiettivi individuati per il triennio 2025-27, sono cinque: Mobilità sostenibile; Città e comunità sostenibili; Vita sulla terra; Vita sott’acqua; Lotta contro il cambiamento climatico.

I 15 nuovi ingressi nel panorama italiano delle Bandiere blu Fee sono: Torino di Sangro (Abruzzo), Cariati (Calabria), Corigliano Rossano (Calabria), Cropani (Calabria), Sapri (Campania), Cattolica (Emilia-Romagna), Formia (Lazio), Campofilone (Marche), Castrignano del Capo (Puglia), Margherita di Savoia (Puglia), Pulsano (Puglia), San Teodoro (Sardegna), Messina (Sicilia), Nizza di Sicilia (Sicilia), Marciana Marina (Toscana). I cinque Comuni non riconfermati sono Capaccio Paestum (Campania), Ceriale (Liguria), San Maurizio d’Opaglio (Piemonte), Ispica (Sicilia) e Lipari (Sicilia). La Fee Italia ricorda che “i 32 criteri del Programma vengono aggiornati periodicamente in modo da spingere le amministrazioni locali ad impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di una attenta salvaguardia dell’ambiente”. Tra gli indicatori considerati ci sono: l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la percentuale di allacci fognari; la gestione dei rifiuti; l’accessibilità; la sicurezza dei bagnanti; la cura dell’arredo urbano e delle spiagge; la mobilità sostenibile; l’educazione ambientale; la valorizzazione delle aree naturalistiche; le iniziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo. Non bisogna inoltre dimenticare l’azione di sensibilizzazione intrapresa affinché i Comuni portino avanti un processo di certificazione delle loro attività istituzionali e delle strutture turistiche che insistono sul loro territorio. Alla valutazione hanno contributo diversi Enti istituzionali tra i quali i Ministeri del Turismo, dell’Agricoltura, dell’Ambiente, l’Istituto superiore di sanità; la Federazione degli Ordini dei chimici e dei fisici; il Cnr; Università della Tuscia e per stranieri di Perugia e organismi privati quali i sindacati Balneari (Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti).


di Redazione